Panno istoriato con motivi araldici, ornamentali o narrativi, eseguito con tecnica particolare su un telaio verticale (alto liccio) od orizzontale (basso liccio): sui fili (in genere di lino, canapa o stame) che costituiscono l’ordito (catena), divisi alternativamente in modo da formare due piani di lavoro, si avvolgono i fili colorati (di lana, seta, lamina d’oro o argento) che formano la trama del lavoro. Si procede dal basso verso l’alto, seguendo il modello (cartone) per zone di colore; il soggetto è eseguito ruotato lateralmente di 90° rispetto al suo assetto naturale, sicché i fili della catena, terminata l’opera, appaiono come coste orizzontali. Il termine italiano deriva dalla città di Arras, fiorente centro di produzione di a. nei sec. 14° e 15°, a differenza di quelli francese (tapissérie), inglese (tapestry), tedesco (Wandteppich) e spagnolo (tapiz) che derivano dal latino tapete.
Il primo a. conservato, il panno proveniente dalla chiesa St. Gereon di Colonia (11° sec., frammenti a Norimberga, Germanisches Nationalmuseum; Berlino, Kunstgewerbemuseum; Lione, Musée historique du tessus, Londra, Victoria and Albert Museum) presenta medaglioni con un toro assalito da un grifo. I primi a. con figure sono i frammenti con i mesi di aprile e maggio (Oslo, Kunstindustrimeseet), esemplari erratici di una manifattura norvegese del 12° sec., e soprattutto gli a. del duomo di Halberstadt (sec. 12° e 13°) con motivi religiosi (episodi della storia di Abramo) e allegorici (Carlo Magno e filosofi antichi). Nel tardo sec. 14° si assiste, specialmente nella zona nord-orientale dei paesi di lingua francese e nella zona sud-occidentale di quelli di lingua tedesca, a una radicale trasformazione, con ampie ed elaborate raffigurazioni che fanno dell’a. un capitolo fondamentale dell’arte del gotico internazionale. La casa regnante di Francia fu la principale committente di a.: resta la serie di 70 rappresentazioni della cosiddetta Apocalisse di Angers (Angers, Musée des Tapisséries), eseguita per Luigi, fratello del re, da J. Bandol e N. Bataille nella manifattura di Parigi. Nei sec. 14° e 15° Arras domina l’industria dell’a. (Storie di Jourdan de Blaye, Padova, Museo civico), nonostante la forte concorrenza di altre città fiamminghe e specialmente di Tournai. Si ricordano anche scuole regionali, come quella di Norimberga, altre renane e svizzere. Nel secondo decennio del 16° sec. è affidata a P. van Aelst, nella manifattura di Bruxelles, l’esecuzione dei cartoni degli Atti degli Apostoli di Raffaello. Questo avvenimento porta l’a. verso il gusto italiano. Nascono la serie di Vertunno e Pomona, le Cacce di Massimiliano, i Mesi di Luca da Leida; Firenze, seguita da Fontainebleau, inserisce le grottesche tra i motivi decorativi e affida i disegni degli a. – eseguiti da maestri tessitori fiamminghi – ad artisti quali Rosso e Pontormo (a. nel Quirinale). La tecnica raggiunge ricchezza e perfezione insuperabili. Le manifatture delle Fiandre, i cui arazzieri dirigevano quasi tutte le manifatture europee, si avviano verso una decadenza, che si accentua con il 17° sec., nonostante l’intervento di Rubens e della sua scuola. Il primato torna a Parigi, dove nel 1662 è fondata la manifattura reale dei Gobelins, rimasta superiore a ogni altra per durata e importanza; notevole anche l’arazzeria di Beauvais. L’Italia, terza per importanza dopo Francia e Fiandra, ebbe manifatture a Ferrara, Mantova, Milano, Vigevano, Firenze, Roma (arazzeria Barberini, Ospizio di S. Michele), Venezia, Napoli, Torino. Non sono mancati tentativi di rilanciare l’arte dell’a., sia nel 19° sec., sia nel 20°: si ricorda, in Francia, l’intervento di J. Chéret e di F. Bracquemond, a Roma l’opera di E. Eruli. Importante una ripresa dell’arazzeria francese a Beauvais e ad Aubusson soprattutto per opera di J. Lurçat; cartoni per a. sono stati forniti da pittori quali Gromaire, Matisse, Braque e Picasso. Eccezionale, anche per le dimensioni, l’a. di G. Sutherland nella nuova cattedrale di Coventry (1962). A Tournai nel 1947 è stato fondato un Centre de rénovation de la tapissérie e nel 1962 si è istituita a Losanna una Biennale dedicata all’arazzo. In Italia si segnalano le arazzerie di Penne e di Asti. TAV.