età Ciascuno dei periodi in cui si divide la vita umana e, per estensione, anche quelli in cui si articola lo sviluppo del mondo.
Una delle classificazioni è quella che distingue una e. evolutiva (0-30 anni), una e. matura (30-60 anni) e una e. involutiva (dopo i 60 anni). Si definisce e. biologica quella che approssimativamente è attribuibile a una persona, indipendentemente dalla sua e. anagrafica, sulla base di una globale valutazione dell’efficienza fisica e mentale; più specificamente, in pediatria ed endocrinologia, si definisce e. ossea o scheletrica il grado di maturazione ossea valutabile mediante esame radiologico di mani ed epifisi distali del radio e dell’ulna per appurare la comparsa e lo stadio evolutivo dei ‘nuclei di ossificazione’, fenomeni strettamente correlati con l’età anagrafica in condizioni normali.
Sul piano dell’evoluzione psicologica si distinguono diverse e. in rapporto a differenti aspetti della personalità. L’ e. affettiva è indicativa del grado di sviluppo affettivo rispetto al livello medio riconosciuto come tipico di una certa età cronologica; conoscendo le fasi della normale evoluzione affettiva è infatti possibile determinarne anticipazioni, arresti o regressi. L’ e. mentale è indicativa del grado di sviluppo dell’intelligenza messo in rapporto con l’e. cronologica; tale rapporto può anche essere espresso in termini quantitativi, attraverso l’uso di strumenti psicometrici e precisarsi in quoziente intellettuale. L’ e. motoria è indicativa del grado di maturazione neuropsicofisiologica sempre in riferimento al livello medio, riconosciuto come tipico di una certa e. cronologica, per quanto riguarda la presenza e la quantità di determinati riflessi, posizioni e movimenti. L’ e. sociale è indicativa di una modalità di comportamento sociale che rientri nell’ambito di quelle manifestazioni riconosciute come comuni di una certa e. cronologica. Per e. sociale si intende soprattutto la capacità di adattamento e di autonomia nei rapporti sociali, condizioni queste che sono in rapporto con l’e. mentale e affettiva e dipendono dai fattori ambientali (educativi).
In demografia l’e. è una variabile fondamentale per lo studio di molti fenomeni. Viene in genere misurata in anni compiuti e talvolta, per specifiche esigenze, in mesi o giorni, soprattutto nello studio della mortalità infantile, oppure in quinquenni, nell’analisi della mortalità o nelle proiezioni di popolazione. Per apprezzare la struttura per e. della popolazione si fa ricorso alla costruzione della piramide delle e., in maniera indistinta per i due sessi. In altri casi, il sesso e l’e. possono intervenire separatamente, nel senso che per ogni sesso si ripete la stessa operazione classificatoria. Nello studio della fecondità si fa riferimento all’e. delle donne, coniugate o in complesso secondo le peculiari esigenze di lavoro, per determinare i quozienti specifici di fecondità per età. Nell’analisi della mortalità diviene indispensabile riferirsi alla variabile e. in quanto il fenomeno si concreta in forme assai diverse a seconda dei valori assunti da questa variabile: in generale, nelle diverse società, la probabilità di morte assume un massimo relativo alla nascita (mortalità infantile) per decrescere rapidissimamente verso il minimo assoluto assunto a circa 10-12 anni e risalire quasi costantemente al crescere dell’e., verso valori molto elevati nella senescenza. La considerazione dell’e. è poi rilevante nell’analisi dei fenomeni migratori, nello studio delle attività economiche, nelle ricerche sulla nuzialità e sui fenomeni attinenti alla formazione della famiglia.
Presso molti popoli il passaggio da una e. all’altra, specie al momento della pubertà, è contrassegnato da speciali cerimonie di iniziazione; taluni popoli africani e americani sono divisi secondo l’e. in classi, che costituiscono un’istituzione sociale.
Nell’ordinamento scolastico, l’ e. scolastica è il periodo di tempo compreso fra l’anno d’inizio e quello finale dei corsi di studio previsti dall’ordinamento scolastico, dalla scuola primaria o elementare agli istituti d’istruzione secondaria superiore, esclusi i corsi di studio superiori o universitari. L’anno d’inizio della frequenza scolastica obbligatoria varia, secondo i diversi ordinamenti, fra il 5° e il 7° anno di età. Questo limite può essere preso anche per segnare una distinzione fra e. scolare ed e. prescolare, dove quest’ultima si riferisce ai primi anni di vita del bambino.
L’idea che il mondo (e con esso il genere umano) abbia avuto un principio e pertanto debba avere una fine ha suggerito la suddivisione dello sviluppo del mondo in varie e., analoghe a quelle in cui viene divisa la vita umana. Tale idea si trova nelle concezioni cosmologiche di molti popoli e in diverse religioni (Babilonesi, induismo, Messicani, zoroastrismo ecc.), e, particolarmente importante per la civiltà occidentale, nell’antichità classica. Notissima la distinzione esiodea delle e. designate con il nome di metalli: oro, argento, bronzo, ferro, secondo una concezione pessimistica, che poneva la vita perfetta e felice degli uomini all’inizio. Questa, in complesso, predominò, pur non essendo estranea all’antichità l’idea opposta di un miglioramento delle sorti umane con lo sviluppo della civiltà, idea ammessa per es. dallo stoicismo. A queste concezioni si oppose, e con esse si mescolò, sotto l’influsso di dottrine astrologiche e orientali (➔ zoroastrismo), quella ciclica, o del ritorno eterno delle cose, di cui si hanno caratteristici esempi nell’orfismo, in Platone, nello stesso stoicismo. Tali idee dominarono le concezioni escatologiche dell’età ellenistico-romana; mentre una dottrina, anch’essa ciclica, del continuo trapasso dalle forme semplici e buone di costituzione (monarchia, aristocrazia, democrazia) alle perverse (tirannide, oligarchia, oclocrazia) veniva applicata agli Stati.
Nell’ebraismo invece si faceva strada l’idea che la storia del mondo fosse compendiata nei ‘giorni della creazione’, e si faceva intensa l’aspettativa dell’ e. messianica, che nel cristianesimo, con l’attesa dell’avvento di Gesù Cristo trionfante, dava luogo alle speranze millenaristiche. S. Agostino a sua volta paragonò le 7 e. dell’uomo ai 7 giorni della creazione, e Paolo Orosio a questi le 7 epoche della storia universale; Gioacchino da Fiore le ridusse a tre, distinguendo le e. del Padre, del Figlio e quella, ventura, dello Spirito.
In epoca moderna G.B.Vico fondò la successione delle e. storiche su quella delle e. nella vita dell’uomo, per cui, come questi passa dal senso alla fantasia e alla ragione, così nella storia si succedono le e. degli dei, degli eroi e degli uomini.