Stato dell’Africa meridionale; si affaccia largamente sull’Oceano Atlantico tra le foci dei fiumi Cunene e Orange; confini quasi sempre rettilinei lo separano a N dall’Angola, a S dal Sudafrica, a E da questo paese e dal Botswana, mentre a NE un lungo saliente (‘dito di Caprivi’ o Caprivi Strip), stretto fra Angola e Zambia a N e Botswana a S, prolunga il territorio della N. fino a raggiungere quello dello Zimbabwe. La forma del paese deriva dal suo lungo passato coloniale: i suoi confini seguono le linee di meridiani e paralleli, il dito di Caprivi è un evidente risultato della volontà tedesca di raggiungere lo Zambesi. Il nome N., imposto dall’ONU nel 1968 in sostituzione della vecchia denominazione coloniale (Africa del Sud-Ovest), deriva da quello del Deserto Namib che occupa l’intera fascia costiera del paese, estendendosi per circa 600 km tra la foce del Cunene a N e quella dell’Orange a S.
Dal 1° marzo 1994 è entrato a far parte dello Stato il territorio della Baia della Balena, insieme alle Isole dei Pinguini.
Il territorio della N. ha una struttura essenzialmente tabulare ed è un insieme di altopiani formati da rocce cristalline precambriane, parzialmente ricoperte da sedimenti della facies paleo-cenozoica del karroo e talora sormontati da rilievi vulcanici. Il complesso tabulare termina a O con un orlo rialzato che precipita con ripide gradinate verso l’esigua pianura costiera del Namib, mentre a E declina piuttosto dolcemente verso la grande conca del Kalahari. Il territorio è stato profondamente inciso dall’azione erosiva di corsi d’acqua antichi e attuali, a volte con formazione di veri e propri canyon (grandioso quello del Fish River) e si estende ad altitudini comprese tra 1100 e 1500 m, raggiungendo in vari casi quote molto più elevate, di solito in corrispondenza dell’orlo esterno (Brandberg, 2573 m), talvolta anche all’interno degli altopiani, come nei dintorni di Windhoeck, dove si superano i 2300 m. La cimosa litoranea del Namib è una pianura lunga e angusta (ampia al massimo un centinaio di km), un deserto prevalentemente roccioso, sabbioso solo in alcune parti più vicine al mare. La sezione più orientale del paese rientra in parte nella depressione del Kalahari.
La latitudine tropicale, l’altitudine considerevole di gran parte del territorio e una corrente marina fredda (la Corrente di Benguela) che ne lambisce le coste determinano il clima tropicale arido del paese.
La rete idrografica è molto povera. Le uniche aree esoreiche si trovano all’estremo N e all’estremo S e ricadono nei bacini del Cunene e dell’Orange. Per il resto, le acque defluiscono in corsi temporanei e si raccolgono in bacini chiusi, il maggiore dei quali è l’Etosha Pan.
La maggior parte della popolazione appartiene a popoli bantu (Ovambo, Kavango, Herero, Damara ecc.), giunti, come un po’ in tutta l’Africa australe, attraverso ondate migratorie provenienti da N, e specialmente dalla regione dei grandi laghi equatoriali; la popolazione di origine europea – tedesca, britannica e soprattutto boera – è fortemente diminuita nel corso del travagliato periodo che ha preceduto il conseguimento dell’indipendenza ed è concentrata in gran parte nella capitale e negli altri centri urbani; il fondo autoctono, rappresentato da popolazioni khoisan (Ottentotti, Boscimani), è quasi scomparso; vi sono poi i coloureds, discendenti dei boeri e delle donne ottentotte, anch’essi prevalentemente urbani. Pertanto la N. è un paese etnicamente e culturalmente composito, dove non mancano problemi di coesistenza tra i vari gruppi, alla cui soluzione non ha certo giovato la lunga amministrazione sudafricana che aveva tentato anche qui l’applicazione della politica di apartheid e l’istituzione delle Bantu Homelands (➔ bantustan). La popolazione è distribuita inegualmente, concentrata in prevalenza nelle aree settentrionale e nord-orientale, meno sfavorite dal clima, e del tutto assente nel Namib; quella urbana è il 37% (2008) del totale e l’unica vera città è la capitale.
Lingua ufficiale è l’inglese, ma sono largamente usate numerose lingue bantu e l’afrikaans; una minoranza parla il tedesco. La popolazione è protestante (51,4%), cattolica (16,5%), anglicana (5,5%), di altre confessioni (19,5%).
La N. è un paese dotato di notevoli prospettive di sviluppo. Ricco di risorse naturali, dalla presenza di ingenti quantità di riserve minerarie (si affianca agli altri tre grandi paesi minerari dell’Africa centrale e meridionale Repubblica Democratica del Congo, Zambia, Sudafrica per le grandi ricchezze del sottosuolo: diamanti, soprattutto, largamente presenti in particolare nella sezione meridionale del Namib), a un ambiente ancora integro e di grande interesse turistico. La struttura produttiva è fragile, concentrata in pochi settori e di proprietà della sola componente bianca della popolazione. Un altro fattore di debolezza economica è rappresentato dalla struttura del commercio estero: la quasi totalità delle merci prodotte nel paese viene esportata ma, trattandosi di minerali e di prodotti agricoli, tali merci rappresentano beni a basso valore aggiunto; di converso la N. deve importare i nove decimi dei beni necessari alla propria economia, tra questi circa la metà è costituita da prodotti alimentari (oltre che da prodotti di consumo) e quindi a maggior valore aggiunto. Le principali attività riguardano l’allevamento dei bovini e delle pecore karakul (in crisi a causa del calo della domanda internazionale). Le produzioni destinate al consumo locale sono costituite da ortaggi, frutta e mais. Il settore industriale è modesto e riguarda soprattutto la lavorazione dei prodotti agricoli e alcuni impianti per la prima lavorazione dei minerali.
La presenza di numerosi parchi naturali (Etosha, Namib-Naukluft, Skeleton Coast, Fish River Canyon, i piccoli parchi della Caprivi Strip, ma di straordinario interesse naturalistico ecc.), popolati dalla grande fauna africana, richiama crescenti quantità di turisti (695.000 nel 2003).
Noto in epoca coloniale come Africa del Sud-Ovest, il territorio divenne nel 1884 un possedimento della Germania. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu occupato dall’Unione Sudafricana, cui fu assegnato come mandato nel 1920. Nel 1966 l’ONU dichiarò decaduto il mandato assumendo in pieno la responsabilità del territorio ma il governo sudafricano rifiutò di ritirarsi. L’ONU riconobbe legittimo rappresentante del popolo della N. (così ribattezzata nel 1968) il movimento di liberazione (South-West Africa People’s Organization, SWAPO). Dai primi anni 1980, su indicazione degli USA, il governo sudafricano subordinò l’accettazione dei piani dell’ONU al ritiro delle truppe cubane stanziate in Angola. Nel 1988 si giunse a un accordo fra Repubblica Sudafricana, Angola e Cuba. Il 21 marzo 1990 la N. fu proclamata indipendente e il leader della SWAPO, S. Nujoma, eletto presidente. La SWAPO rivide in senso moderato il proprio programma di riforme radicali, consentendo fra l’altro alle compagnie minerarie multinazionali di conservare un ruolo importante. Le elezioni generali del 1994 furono vinte dalla SWAPO e Nujoma fu riconfermato. L’esecutivo adottò politiche economiche di apertura agli investimenti esteri e accrebbe le facilitazioni e gli incentivi fiscali per le compagnie esportatrici. Nel 1999 le elezioni legislative e presidenziali registrarono una nuova affermazione della SWAPO e di Nujoma. In politica estera, i rapporti con la Repubblica Sudafricana di N. Mandela si rafforzarono, mentre dispute confinarie portarono a un temporaneo peggioramento delle relazioni con il Botswana. Nel 1998 la N. si schierò, con Angola e Zimbabwe, nella guerra civile in atto nella Repubblica Democratica del Congo a fianco del governo contro i movimenti ribelli sostenuti da Ruanda e Uganda. Nel 2000 fu imposto il coprifuoco nella regione al confine con l’Angola, dove l’esercito namibiano era da tempo impegnato nel contrastare i continui sconfinamenti dei guerriglieri antigovernativi angolani. Nel 2002 fu varata la riforma agraria che prevedeva espropri dietro congruo indennizzo di vasti possedimenti della minoranza bianca, da ridistribuire tra oltre 200.000 piccoli coltivatori neri. Nel 2004, dopo la rinuncia di Nujoma a concorrere nuovamente, le elezioni presidenziali furono vinte da H. Pohamba, candidato della SWAPO, che si pose in una linea di continuità con la politica del predecessore, venendo riconfermato nel 2009. Alle consultazioni generali tenutesi nel novembre 2014 il candidato della SWAPO e premier uscente H. Geingop è risultato vincitore delle elezioni presidenziali con l'87% dei voti, subentrando nel mandato a Pohamba, mentre il suo partito ha ottenuto più dell'80% dei voti alle legislative; il 4,8% dei suffragi per il Parlamento è andato alla Democratic Turnhalle Alliance, mentre il Rally for Progress and Democracy, che nel 2009 aveva ottenuto l’11% delle preferenze, si è attestato come terzo partito del Paese con il 3,15% dei voti. Una consistente flessione dei consensi è stata invece attestata alle elezioni generali svoltesi nel novembre 2019, alle quali il presidente Geingob è stato riconfermato nella carica con il 56,3% delle preferenze, in netto calo rispetto al 2014, e la SWAPO ha perso la maggioranza dei due terzi nella Camera dei 96 membri, vincendo 63 seggi contro i 77 del 2014, mentre il Popular Democratic Movement (PDM, denominazione assunta dal 2017 dalla Democratic Turnhalle Alliance) ha ottenuto 16 seggi, quattro in più rispetto alle consultazioni precedenti.