Nel linguaggio scientifico, si dice di un fenomeno, di una proprietà che si manifesta o si ripete a intervalli regolari di tempo, di spazio o di un’altra variabile.
Molte funzioni biologiche sono p., in particolar modo la funzione riproduttrice. La periodicità è concordante con l’alternarsi delle stagioni, o con il ritmo del giorno e della notte, o con il periodo di altri fattori esterni (fasi lunari). Il ritmo riproduttivo di alcuni Anfibi Urodeli (tritoni) è determinato dalle variazioni di temperatura, quello di alcuni Uccelli dalla durata dell’illuminazione diurna. In questi casi, variando le condizioni esterne, si può modificare totalmente la periodicità fisiologica e ottenere la riproduzione e tutti i fenomeni connessi in stagioni diverse da quella in cui normalmente avviene.
Lo stesso risultato si può raggiungere per l’alternanza (eterogonia) fra partenogenesi e generazione anfigonica in alcuni Insetti, Crostacei, Rotiferi. Le cause sono imputabili alla temperatura, luce, grado di umidità, concentrazione salina per le specie acquatiche ecc. In altri casi, invece, sia fra gli Anfibi (alcune specie di rane) sia fra Insetti eterogonici, la determinazione del ritmo non dipende completamente dai fattori esterni, ma è stabilita da fattori endogeni, genetici, che sono accordati con la periodicità ambientale. Se questi organismi sono sottoposti a una periodicità diversa, essi conservano più o meno completamente la propria periodicità originaria. Nei Mammiferi, per quanto riguarda la periodicità della funzione sessuale, la durata dell’illuminazione diurna è importante, ma non sembra che questa sia esclusiva; intervengono probabilmente altri fattori, come l’alimentazione.
Sono p., nel senso che si succedono regolarmente, in tempi determinati, alcuni fenomeni vitali nei vegetali. L’esempio più appariscente è fornito dalla caduta delle foglie negli alberi e arbusti caducifogli all’avvicinarsi della stagione sfavorevole; altri fenomeni p. sono l’apertura delle gemme, il rinnovarsi della chioma all’inizio della stagione favorevole e la fioritura. Nelle specie legnose policarpiche, come gli alberi delle regioni temperate, si osserva nello stadio vegetativo, che dura diversi anni, l’alternanza di parecchi periodi di accrescimento, a cui seguono altrettante defogliazioni e altrettanti periodi di riposo; nello stadio riproduttivo si susseguono, nei casi più complessi: fioritura, fogliazione, periodo di accrescimento, defogliazione, riposo e ciò si ripete per molti anni. Un capitolo della fisiologia vegetale, nel quale rientrano anche i fenomeni di periodicità in senso lato, è quello relativo ai ritmi biologici.
In ecologia, la periodicità dei vegetali è oggetto degli studi fenologici.
Nel ciclo annuale di sviluppo delle piante, è detto periodo critico quello più sfavorevole all’attività vegetativa.
Per quanto riguarda il sistema p. degli elementi o di Mendeleev ➔ elemento.
Funzione p. Una funzione y=f(x) di una variabile (così come l’eventuale grandezza ch’essa rappresenta) si dice p. se esiste una costante ω, detta periodo, tale che per ogni valore di x risulti f(x+ω)=f(x); es.: y=senx è una funzione p. di periodo 2π perché sen(x+2π)=senx. Ogni funzione p. ammette uno sviluppo in serie trigonometriche o di Fourier (➔ serie). Una funzione y=f(x1, x2, …, xn) di più variabili si dice p. se esiste un insieme ω1, ω2, …, ωn di costanti, detto periodo, o periodo simultaneo, o vettore-periodo, tale che per ogni scelta delle x1, x2, …, xn risulti
Più in generale, una funzione si dice più volte p. o multiperiodica se non accade che tutti i periodi siano multipli interi di uno di essi. Curva p. Una curva (per es., la sinusoide) che sia il grafico di una funzione p. e che sia quindi costituita da un arco (corrispondente a un intervallo di lunghezza uguale al periodo) che si ripete indefinitamente.
Numero decimale p. Numero decimale avente infinite cifre le quali però, a partire almeno da un certo punto, si ripetono indefinitamente a gruppi identici. Ciascuno di tali gruppi si dice periodo, mentre le eventuali cifre decimali comprese tra la virgola e il primo periodo formano l’antiperiodo. Un numero p. si scrive soprassegnando il periodo con un tratto orizzontale o chiudendolo tra parentesi tonde; per es.,
Se esiste un antiperiodo, il numero p. si dice misto, nel caso opposto si dice semplice. Ogni numero decimale p. si può pensare come generato da una frazione detta frazione generatrice. Per es., per un numero p. (misto o semplice) con parte intera non nulla, il numeratore della frazione generatrice è dato dal numero costituito dalle cifre della parte intera, dell’antiperiodo e del periodo diminuito del numero formato dalle cifre della parte intera e dell’antiperiodo; il denominatore ha per cifre tanti 9 quante sono le cifre del periodo, seguiti da tanti zeri quante sono le cifre dell’antiperiodo:
Questa e regole analoghe per i numeri p. (misti o semplici) minori di 1 si ricavano dalla formula relativa alla somma di una serie geometrica, dato che un numero p. può essere considerato come la somma dei termini di una serie geometrica. Così, per es.:
,
dato che la somma della serie geometrica, di primo termine 1 e di ragione x<1, è 1/(1−x).
Si definisce psicosi p. la psicosi maniaco-depressiva che presenta la caratteristica di decorrere a fasi intervallate da periodi più o meno lunghi di completo benessere psichico.