In senso stretto, quella parte della matematica che si propone di calcolare i valori di tutti gli elementi (lati e angoli) di un triangolo, quando siano noti tre di essi (tra cui almeno un lato); più in generale, rientrano nella t. tutte le questioni collaterali, quali lo studio delle funzioni trigonometriche, la loro tabulazione ecc.
Si chiamano funzioni trigonometriche (o circolari) di un angolo α le funzioni senα, cosα, tgα, cotgα, secα, cosecα, da leggersi rispettivamente seno di α, coseno di α, tangente di α, cotangente di α, secante di α, cosecante di α. Considerato un cerchio trigonometrico (cioè un cerchio di raggio unitario sulla cui circonferenza sia fissato un punto da assumersi come inizio degli archi e un verso, di solito quello antiorario), avente come centro l’origine O di un sistema di assi cartesiani x, y (fig. 1), le funzioni trigonometriche dell’angolo α sono definite così: introdotti i punti P, Q, S, T, L, M si ha:
Le 6 funzioni trigonometriche sono collegate da varie relazioni, tra cui (esprimendo gli angoli in gradi sessagesimali):
cos(90°−α) = senα, sen(90°−α) = cosα,
tgα = senα/cosα, cotgα = 1/tgα,
secα = 1/cosα, cosecα = 1/senα,
sen2α + cos2α = 1.
Tutte le funzioni trigonometriche sono periodiche: hanno periodo uguale a 180° le funzioni tgα e cotgα, uguale a 360° le altre. È inoltre
sen(180°−α) = senα, cos(180°−α) =
= − cosα,
tg(180°−α) = − tgα,
sen(180°+α) = −senα, cos(180°+α) =
= − cosα,
tg(180°+α) = tgα,
sen(360°−α) = −senα, cos(360°−α) =
= cosα,
tg(360°−α) = −tgα.
Le formule precedenti consentono di ricondurre il calcolo delle funzioni trigonometriche di un qualsiasi angolo al caso di angoli compresi tra 0° e 90° (riduzione al primo quadrante) o, addirittura, tra 0° e 45° (riduzione al primo ottante). Si ha, per es., cos300°=cos(360°−60°)=cos60°=cos(90°−30°)=sen30°=1/2; alcuni altri valori notevoli delle funzioni trigonometriche nel primo ottante sono:
In fig. 2 sono indicati, limitatamente all’intervallo [0°, 360°], i diagrammi delle sei funzioni trigonometriche; da essa si rileva che senα e cosα variano nell’intervallo chiuso [−1, 1], secα e cosecα assumono valori in (−∞, −1] e [1, +∞), mentre tgα e cotgα acquistano qualsiasi valore reale. Inoltre, i diagrammi di senα, cosα, tgα, cotgα presentano un flesso in ogni attraversamento dell’asse α; tgα, cotgα, secα, cosecα hanno asintoti paralleli all’asse delle ordinate. Funzioni trigonometriche inverse sono le funzioni arcoseno, arcocoseno, arcotangente, arcocotangente, arcosecante, arcocosecante (in simboli: arcsen, arccos, arctg, arccot, arcsec, arccosec), inverse rispettivamente delle funzioni seno, coseno, tangente, cotangente, secante, cosecante. Sono funzioni a infiniti valori, in quanto inverse di funzioni periodiche. Funzioni trigonometriche nel campo complesso sono funzioni complesse di variabile complessa che godono di molte proprietà delle funzioni trigonometriche nel campo reale. Una possibile definizione è basata sulla formula di Eulero:
ex+iy=ex (cosy+i seny),
da cui si deduce
senz=(eiz−e−iz)/2i, cosz=(eiz+e−iz)/2,
ponendo poi
tgz=senz/cosz=1/cotgz.
Un’altra definizione si basa sull’osservazione che gli sviluppi in serie (➔) di senx e di cosx convergono anche per qualsiasi valore complesso della variabile. Per le funzioni trigonometriche nel campo complesso valgono ancora le formule di addizione, di moltiplicazione ecc.; non valgono, invece, le proprietà delle funzioni trigonometriche nel campo reale che si esprimono mediante disuguaglianza: così non è vero, nel campo complesso, che |senα| e |cosα| sono inferiori o uguali a uno.
Nel seguito sono elencate, alfabeticamente entro ogni gruppo, le formule che danno gli elementi più notevoli di un triangolo, e poi altre formule e teoremi sui triangoli. Con riferimento al triangolo ABC, si sono indicati rispettivamente (fig. 3, 4, 5) con α, β, γ,
gli angoli convessi BAC⋀, ABC⋀, ACB⋀, e
con a, b, c i lati BC, AC, AB; il perimetro è indicato con 2p, mentre O e R denotano il centro e il raggio del cerchio circoscritto, e così I e r centro e raggio del cerchio inscritto; con ra si è indicato il raggio del cerchio exinscritto contenuto nell’angolo α (similmente rb e rc); infine, ha, ma, sa indicano rispettivamente l’altezza, la mediana e la bisettrice uscenti dal vertice A. Segue, sempre in ordine alfabetico, un elenco di altre formule e identità non necessariamente relative a triangoli.
L’altezza ha relativa al lato a è espressa da ha=b sen γ =c senβ. Analogamente per hb e hc. Si hanno inoltre le relazioni
È data da
si ha inoltre
16S2 = (a2 + b2 +c2)2 − 2(a4 + b4 +c4).
La bisettrice sa relativa al vertice A è data da
La mediana relativa al lato a è data da
Si ha
Altre relazioni in cui interviene R sono:
Sono dati da
la somma ra+rb+rc è uguale a 4R+r. Vale inoltre la relazione:
Ha le seguenti espressioni
Un collegamento tra r e R è costituito dal teorema di Chapple: |OI|2=R(R−2r), dove O e I sono i centri dei cerchi circoscritto e inscritto. Se ne deduce che è sempre R≥2r e anzi R=2r solo per un triangolo equilatero.
Sono
e le altre 4 che se ne deducono permutando circolarmente α, β, γ e a, b, c. Formule di Delambre (o di Mollweide) Gruppo di 6 formule di cui le prime due sono
e le altre si ottengono con permutazione circolare.
Sono tre formule, una delle quali è
e le altre due si ottengono con permutazione circolare.
È un teorema che generalizza il teorema di Pitagora e che è espresso dalla relazione
a2 = b2 + c2 − 2bc cosα
(e dalle analoghe per b2 e c2).
È dato dalla formula
e dalle analoghe per cotgβ e cotgγ, ottenute con permutazione circolare.
È dato dalla formula
a=b cosγ+c cosβ,
e dalle analoghe per b e per c, ottenute con permutazione circolare.
È espresso dalle uguaglianze
Si distinguono 4 casi: a) dati i tre lati a, b, c, gli angoli si possono dedurre dal teorema di Carnot o dalle formule di Briggs: così si ha, per es., cosα=(b2+c2−a2)/2bc, oppure
b) dati due lati a, b e l’angolo compreso γ, il lato c si può ottenere partendo dal teorema di Carnot, cioè si ha:
e successivamente, per il teorema dei seni, senα=(a/c) senγ, senβ=(b/c) senγ; c) dati due lati a, b e l’angolo opposto a uno di essi, per es., l’angolo α opposto ad a, si ottiene (nel caso esistano soluzioni) senβ=(b/a)senα, γ=180°−(α−β), c=a[sen(α+β)]/senα; d) dati un lato a e due angoli β e γ adiacenti ad a, si ha: α=180°−(β+γ), b=a senβ/sen(β+γ), c=a senγ/sen(β+γ); se invece sono dati l’angolo opposto α e uno degli angoli adiacenti, per es., β, si avrà: γ=180°−(α+β), b=a senβ/senα, c=a sen(α+β)/senα.
Per un triangolo in cui a è l’ipotenusa, b e c sono i cateti, β e γ gli angoli opposti a questi, si ha: b=a senβ, b=a cosγ, b=c tgβ, b=c ctgγ, c=a senγ, c=a cosβ, c=b tgγ, c=b ctgβ.
Esprimono le funzioni circolari degli angoli α+β (e α−β) mediante quelle degli angoli α e β. Esse sono
Esprimono le funzioni circolari di α/2 a partire da quelle di α. Esse sono
Esprimono le funzioni dell’angolo 2α a partire da quelle di α. Esse sono
Sono spesso utili anche le relazioni
Esprimono sennα, cosnα, tgnα mediante le funzioni circolari di α. Esse sono
In tutte le formule ci si deve arrestare quando si arriva a un coefficiente binomiale in cui il numero scritto inferiormente supera n.
Trasformano in un prodotto la somma di due funzioni circolari. Le più importanti sono
La t. sferica tratta delle relazioni tra gli elementi di un triangolo sferico (➔ sfera). Siano A, B, C, i vertici di un triangolo sferico (fig. 6I), a, b, c i lati e α, β, γ, gli angoli rispettivamente in A, B, C. In un triangolo siffatto ogni lato e angolo (misurando lati e angoli in gradi sessagesimali) ha un’ampiezza compresa tra 0° e 180°, estremi esclusi. La t. sferica presenta talune analogie con quella piana (per es., in un triangolo sia piano sia sferico un lato è minore della somma e maggiore della differenza degli altri due); vi sono però differenze essenziali. Se ne ricordano due: a) mentre in un triangolo piano la somma degli angoli vale 180°, in un triangolo sferico tale somma supera sempre 180° per una quantità che si chiama eccesso sferico del triangolo. b) Non esistono equazioni algebriche che legano tra di loro i lati e gli angoli di un triangolo sferico, ma si possono stabilire delle relazioni algebriche tra le funzioni circolari dei lati e degli angoli in modo che dati tre qualunque dei sei elementi (anche tutti gli angoli), si possono determinare gli altri tre. Non esistono perciò sulla sfera triangoli simili, nel senso che due triangoli simili sono addirittura uguali. Estensioni della t. sferica sono dovute ad A.F. Möbius (con la considerazione di triangoli sferici più generali, detti triangoli di Möbius, nei quali i lati e gli angoli sono compresi tra 0 e 2π), E. Study, F. Klein ecc.
In base al teorema di Cavalieri l’area di un triangolo sferico è uguale a quella di un fuso appartenente alla stessa sfera e avente sezione normale uguale alla metà dell’eccesso sferico del triangolo. Esprimendo gli angoli α, β, γ in radianti si ha quindi S=R2(α+β+γ−π), dove R è il raggio della sfera su cui giace il triangolo.
È l’angolo ε espresso da α+β+γ−180°. Una formula che dà l’eccesso sferico in funzione dei lati è
con p=(a+b+c)/2.
Sono senb senc + cosb cosc cosa = senβ senγ - cosβ cosγ cosα,
e le altre che si ottengono con sostituzioni circolari su a, b, c e su α, β, γ.
Sono
e le analoghe. Formule di Nepero si ottengono dividendo membro a membro le formule di Delambre
Esprimono gli angoli di un triangolo sferico in funzione dei lati. Posto al solito, a+b+c=2p esse si scrivono
e le analoghe permutando circolarmente le lettere. Se i lati a, b, c sono molto piccoli il triangolo sferico può, in prima approssimazione, considerarsi un triangolo piano; risultando senb∼b, senc∼c ecc., le formule di Nepero-Borda si riducono allora alle formule di Briggs della t. piana.
Si ha
cosa=cosb cosc+senb senc cosα
e analogamente per b e c.
È espresso dalle formule
cotgb sena = cosa cosγ + senγ cotgβ,
cotgc sena = cosa cosβ + senβ cotgγ,
e dalle altre 4 che si ottengono permutando circolarmente le lettere.
Consiste nelle formule
sena cosb = senc cosβ + senb cosa cosγ,
sena cosc = senb cosγ + senc cosa cosβ,
e nelle altre 4 ottenibili per sostituzione ciclica.
È espresso dalle uguaglianze
Sono i triangoli per cui a=b=c e, di conseguenza, α=β=γ. Tra le ampiezze a e α dei lati e degli angoli sussiste la relazione: secα=seca+1.
Sono i triangoli ABC dotati di un angolo retto; se il vertice di tale angolo è posto in A (fig. 6II) si hanno le relazioni
cosa = cosb cosc = cotgβ cotgγ,
senb = sena senβ, cosβ = cosb senγ,
tgb = tga cosγ = senc tgβ,
e quelle che si ottengono scambiando contemporaneamente b con c e β con γ. Una formula che costituisce la generalizzazione dell’ordinario teorema di Pitagora è:
sen2(a/2)=sen2(b/2)
cos2(c/2)+sen2(c/2)cos2(b/2)
L’eccesso sferico ε è dato dalle formule:
Per l’altezza h relativa all’ipotenusa a si ha: cotg2h=cotg2b+cotg2c. Un triangolo sferico può avere anche due angoli retti o tutti e tre gli angoli retti (fig. 6III e IV).