Persona o azienda che fa stampare e pubblicare libri, giornali, opere musicali ecc., curandone la distribuzione e la vendita e assumendosene gli utili o le perdite, oppure l’imprenditore o la società che ha la proprietà o il controllo di una testata giornalistica o, anche, un’azienda che produce media e prodotti multimediali (anche, per es., trasmissioni televisive). Associazione italiana editori (AIE) Costituita il 17 ottobre 1869 con sede a Firenze, presidente G. Pomba, e nel 1875 trasferita a Milano. Ha il compito di fornire informazioni e consulenza ai soci, tutelare i loro interessi, promuovere iniziative utili all’editoria in generale. Ha come organo ufficiale (dal 1888) il Giornale della libreria.
Per la Società italiana degli autori ed e. ➔ SIAE.
editoria L’industria che ha per oggetto la pubblicazione e diffusione di libri e in genere di opere a stampa (anche giornali e periodici), su supporti elettronici (CD ROM e DVD) o diffusi in rete, e il complesso degli editori, delle imprese, delle attività connesse con tale industria.
Le profonde trasformazioni avvenute negli ultimi decenni del 20° sec., dovute sia allo sviluppo tecnologico sia ai processi di concentrazione dell’industria editoriale e ai mutamenti del consumo librario e dei canali distributivi, hanno configurato un panorama in cui attualmente convivono modalità molto diverse di fare editoria. Da un lato, si sono consolidati e ampliati i grandi gruppi editoriali (Gruppo Mondadori, controllato dal gruppo Fininvest; RCS MediaGroup, controllato da un patto di sindacato i cui principali azionisti sono Mediobanca e FIAT Partecipazioni S.p.A.; Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, controllato da Messaggerie Italiane; Giangiacomo Feltrinelli Editore, Gruppo Feltrinelli, controllato da Effe 2005, finanziaria della famiglia Feltrinelli), che controllano o hanno partecipazioni in varie case editrici con quote di mercato significative nelle rispettive aree e affiancano alla produzione libraria quella della stampa periodica, dell’emittenza televisiva e dei prodotti multimediali. Dall’altro esiste un centinaio di editori medio-piccoli, cui si deve aggiungere un elevato numero di piccoli editori (alcune migliaia) di scarsa importanza commerciale. La maggior parte di essi è distribuita nell’Italia settentrionale e nell’Italia centrale, con una concentrazione a Milano, Roma e Torino, mentre il Sud rimane in posizione ancora distanziata.
Per far fronte alla crisi del settore cartaceo, essenzialmente determinata dalla diffusione dei mezzi multimediali e di Internet, sono state intraprese interessanti iniziative editoriali che hanno sviluppato l’attività intorno a temi specialistici: dalle edizioni d’arte e di pregio all’e. per ragazzi, all’e. per la formazione professionale. Una nuova opportunità si è aperta per la piccola e media e. con l’avvento della stampa digitale che, permettendo di stampare libri su richiesta (print on demand) anche in un numero limitato di copie, offre notevoli vantaggi economici all’editore, tra cui la possibilità di abbassare, oltre ai costi di produzione, anche quelli di inventario e di magazzino. Si è intravista la possibilità di creare nuovi servizi editoriali quali: la ristampa di testi esauriti e fuori catalogo, la possibilità di effettuare tirature limitate per una determinata tipologia di utenti (per es., su commissione di librerie, biblioteche, enti pubblici e privati), la ristampa di volumi che per vari motivi sono venuti a mancare da un’importante collezione bibliotecaria. Tuttavia, la crisi dell’e. classica ha costretto alla chiusura molti piccoli editori incapaci di affrontare gravi problemi di finanziamento e di ristrutturazione in un mercato in continua trasformazione. Ma anche nel mondo della media e., dove non mancano eccellenti esempi di editori ‘protagonisti’, direttamente e prevalentemente impegnati nell’elaborazione di una linea editoriale molto caratterizzata, la competizione con i grandi gruppi ha imposto una crescente attenzione alla dimensione della gestione aziendale.
La struttura delle case editrici è cambiata notevolmente. Le redazioni sono state fortemente assottigliate alla luce della rivoluzione rappresentata, dalla metà degli anni 1980, dai sistemi di fotocomposizione e desktop publishing, che ridimensionano i profili tradizionali del copy editor e del correttore di bozze e facilitano i processi di esternalizzazione delle lavorazioni redazionali. Sono state invece potenziate le strutture commerciali: al tradizionale canale delle librerie si sono affiancati i canali della grande distribuzione organizzata, con le catene di librerie e i punti vendita nei centri commerciali e nelle grandi superfici, le edicole, le mostre mercato e la vendita indiretta per corrispondenza e rateale, alle quali si deve aggiungere il commercio elettronico che, con le cosiddette librerie virtuali, sta assumendo un posto di rilievo nella distribuzione del libro in Italia.
Parzialmente opposto alla concentrazione distributiva, è il fenomeno delle ‘vendite complementari’ (o ‘abbinate’ o ‘collaterali’) di libri, allegati a quotidiani e periodici, il cui successo si deve alla politica di bassi prezzi, alle forti promozioni pubblicitarie (anche tramite televisione), alla capillarità della rete delle edicole.
Decisiva innovazione nella distribuzione è il progetto Arianna (1999), realizzato da Informazioni Editoriali, che permette agli operatori (editori, distributori e librai) la gestione e la trasmissione di informazioni e documenti con un unico standard di comunicazione, l’Electronic data interchange (EDI).
Punti di incontro per il mercato internazionale dell’e. libraria sono, oltre all’annuale Buchmesse di Francoforte e alla Tokyo international book exhibition, la London book fair, e la Fiera annuale del libro statunitense, Book Expo America, che si teneva a Chicago e che dal 2002 si tiene a New York. Va segnalata inoltre la SMAU, esposizione internazionale dell’Information and Communication Technology (ICT), tenuta annualmente a Milano, che costituisce un punto di incontro per aziende, enti di ricerca, istituzioni pubbliche e private sugli sviluppi della tecnologia e della produzione multimediale.
Le origini della moderna e. musicale si devono, dopo vari tentativi nella seconda metà del 15° sec., all’attività di O. Petrucci, che nel 1501 pubblicò l’antologia Harmonice Musices Odhecaton, primo libro di musica stampato con il sistema dei tipi mobili e mediante tre successive impressioni (per il rigo, per le note, per il testo). Contemporaneamente A. Antico usava ancora il metodo della xilografia (incidendo in legno l’intera pagina da stampare). La stampa musicale si diffuse nel Cinquecento in Francia, Germania, Paesi Bassi e Inghilterra: prevalse in breve un sistema a caratteri mobili che, semplificando quello di Petrucci, consentiva un’unica impressione; ne fece grande uso P. Attaignant, uno dei primi grandi editori europei. In pochi decenni l’editoria musicale divenne industria. Tra i nomi maggiori si ricordano A. Gardano, G. Marescotti, P. Phalèse e R. Ballard. Nel Seicento si diffuse la tecnica dell’incisione su rame, iniziata a Roma da S. Verovio. Il Settecento conobbe una vasta fioritura di incisori francesi, il dominio di E. Roger e M.C. Le Cène nella prima metà del secolo e, verso la fine, la crescente affermazione di editori austriaci e tedeschi, come Artaria, André, Peters, Schlesinger, Schott, Simrock e Breitkopf, i quali ultimi ebbero una parte di primo piano anche nell’Ottocento. In questo secolo fiorirono in Italia Lucca, Guidi, Sonzogno e Ricordi; in Inghilterra Novello, Boosey & Hawkes. Sul piano tecnico, alla calcografia si sostituì la litografia; in tempi più recenti l’e. musicale ha fatto proprie le tecniche di stampa più avanzate.