Stato dell’Africa occidentale, affacciato sul Golfo di Guinea con un breve litorale (60 km ca.), cui corrisponde un entroterra, stretto fra il Benin a E e il Ghana a O, che si sviluppa in senso longitudi;nale, fino al Burkina Faso a N, per circa 550 km, costituendo una fascia di ampiezza variabile fra un massimo di circa 130 km e un minimo di 50 km.
Di costituzione geologica molto antica, con formazioni di origine precambriana e, in parte, paleozoica, il territorio togolese si articola in fasce morfologicamente differenziate e subparallele alla costa: questa è bassa e sabbiosa, interrotta da lagune e stagni (il nome T. significa «costa della laguna»); seguono, verso l’interno, un’area collinare debolmente rilevata (non oltre i 200 m s.l.m.), quindi un altopiano intorno ai 400 m s.l.m., che costituisce la base per la catena dei Monti del T. (dove si raggiungono i 1000 m di quota), disposti lungo il confine con il Ghana; infine, nella sezione settentrionale, l’altitudine si abbassa nuovamente in corrispondenza del corso del fiume Oti e dei suoi affluenti. L’Oti (450 km complessivi) entra in T. dal Benin, quindi passa in Ghana, ed è il principale fiume del T. settentrionale, di cui marca per un tratto il confine con il Ghana; nella parte meridionale, a E dei Monti del T., scorre il fiume Mono, tutto all’interno del territorio, tranne nel tratto terminale dove segna il confine con il Benin fino al Golfo di Guinea, in cui sfocia.
Latitudine e altitudine caratterizzano più regioni climatiche: a N dei Monti del T. si ha clima tropicale di tipo sudanese, con temperature elevate (medie annue intorno ai 28 °C) e modeste escursioni, e con un’unica stagione delle piogge (non abbondanti) in estate, cui corrispondono formazioni vegetali di tipo savanico e foreste a galleria; nelle alteterre centrali le temperature sono meno elevate e le precipitazioni si fanno assai più ricche (anche oltre 1700 mm annui, in due stagioni piovose), consentendo la formazione di foreste; nella regione costiera la temperatura media annua è di 26 °C e le precipitazioni piuttosto modeste (770 mm annui a Lomé), cosicché la vegetazione è savanica salvo che sul litorale, dove abbondano le formazioni di mangrovie.
La distribuzione della popolazione è molto irregolare: nell’esigua regione costiera (dove è ubicata la capitale), che copre meno di un decimo dell’intera superficie, si raccoglie oltre un terzo del totale degli abitanti, con una densità tre volte superiore a quella del resto del paese. Altre città di rilievo sono Sokodé, al centro, quindi Atakpamé, Kpalimé e Kara, tutte situate sull’altopiano. Sia il ritmo di crescita demografica (tasso del 2,7% nel 2009) sia l’indice di natalità (36,4‰) sono elevati, pur mostrando, negli ultimi vent’anni, una tendenza a ridursi (nei primi anni 1990, il tasso di incremento demografico era del 3,2% e l’indice di natalità del 40‰). Le condizioni sociali della popolazione sono caratterizzate da una grande arretratezza: la speranza di vita alla nascita è attestata sui 59 anni, la mortalità infantile, pur in calo dagli anni 1990, rimane elevata (56,8‰) e l’analfabetismo interessa poco meno della metà dei togolesi.
Accanto al francese, lingua ufficiale, sono parlate le varie lingue etniche; le più diffuse, entrambe insegnate nelle scuole, sono l’ewe e il kabré. La metà della popolazione pratica i culti animistici tradizionali, ma si professano anche il cristianesimo (23% cattolici, 12% protestanti) e l’islam (15%).
Dopo i promettenti segnali di progresso economico della metà degli anni 1980, il T. ha conosciuto negli anni 1990 una profonda crisi economica, dovuta in gran parte al deteriorarsi della situazione politica. Sulle attività economiche ha inciso negativamente anche il congelamento degli aiuti internazionali per il mancato rispetto dei diritti umani. L’agricoltura, praticata dal 65% della popolazione attiva (2009), su poco meno della metà della superficie del paese, è il settore trainante; la produzione è destinata sia all’autoconsumo (mais, miglio, riso, manioca), sia all’esportazione (cacao, caffè e cotone). Modeste le risorse silvicole, depauperate dallo sfruttamento degli anni coloniali, e zootecniche. Tra le risorse del sottosuolo, hanno notevole importanza i fosfati, di cui il paese è ricco, anche se la produzione è andata scemando nei primi anni del 21° sec. a causa degli aumentati costi di estrazione. Si estraggono inoltre ferro, manganese e cromite. L’industria moderna è poco sviluppata: sono presenti stabilimenti alimentari, tessili, chimici e del cemento. Raffineria di petrolio presso il porto di Lomé. Il T. manca di risorse energetiche, ma si avvale per la produzione di energia elettrica della centrale idroelettrica sul fiume Mono (costruita in cooperazione con il Benin) e di alcune centrali termiche. Gli scambi con l’estero presentano un costante passivo e sono soggetti alle fluttuazioni dei prezzi internazionali, specie per i fosfati. Principali partner per le esportazioni sono Ghana, Burkina Faso, India e Germania; per le importazioni, Cina, Paesi Bassi, Francia e Thailandia.
Le infrastrutture di comunicazione sono relativamente sviluppate (7520 km di strade, per un terzo asfaltate; 532 km di ferrovie), con un asse principale che percorre tutto il territorio in direzione S-N, fino al Burkina Faso. Importante porto industriale a Lomé, con un traffico merci in espansione.
La composizione etnica della popolazione del T. è ricca e variegata. Nella regione meridionale del paese si concentrano gruppi Kwa, mentre da Nord, (propriamente dal Burkina Faso), sono giunti gruppi Mossi e Gurma. Il gruppo etnico più numeroso del paese è quello degli Ewe occidentali che migrarono dall’attuale Nigeria a partire dal 16° sec. seguiti successivamente da gruppi Ga-Adangme e Kpelle. Altri gruppi minori giunsero nel territorio dell’attuale T. dal Ghana e dalla Costa d’Avorio. La cultura ewe, venutasi a formare attraverso differenti apporti, ha determinato il sorgere di un particolare complesso, i cui tratti essenziali sono l’economia agricola (mais, manioca, plantano), integrata in parte con la pesca, e la discendenza patrilineare. Importante è la lavorazione del bronzo. La centralità degli Ewe nel tessuto sociale del T. non è soltanto numerica, ma è determinata dal fatto che essi sono molto influenti nella politica, nell’amministrazione e nel commercio. A E degli Ewe s’incontrano anche gruppi di Yoruba. Nel T. settentrionale e centrale sono stanziati numerosi piccoli gruppi che presentano affinità linguistiche, ma un’assai scarsa omogeneità culturale.
Tra il 1884 e il 1894 sull’area del T. i Tedeschi crearono una colonia, che allo scoppio della Prima guerra mondiale fu occupata da truppe anglo-francesi; nel 1919 il T. fu posto sotto mandato dalla Società delle Nazioni e affidato in parte alla Francia, in parte alla Gran Bretagna (T. Britannico). Di conseguenza il gruppo Ewe, dominante nel Sud, venne smembrato tra due entità coloniali e nella parte francese si trovarono a coesistere gruppi diversi. Nel 1957 gli abitanti della colonia francese optarono per la creazione di una Repubblica autonoma nell’ambito dell’Unione Francese.
La vita politica nel T. fu inizialmente dominata da due formazioni, il Comité de l’unité togolaise e il Parti togolais du progrès, rispettivamente guidati da Sylvanus Olympio e Nicolas Grunitzky; Olympio, fautore della riunificazione delle terre Ewe e primo presidente dopo l’indipendenza (proclamata nel 1960), fu ucciso nel 1963 durante una rivolta militare ispirata dall’allora sergente Étienne Eyadéma, che richiamò in patria Grunitzky (in esilio dal 1958), nominandolo capo dello Stato. Nel 1967 con un nuovo colpo di Stato militare Eyadéma assunse il potere. Nel 1969 fu creato un partito unico, il Rassemblement du peuple togolais (RPT). Costretto più volte a chiedere aiuto alla Francia per fronteggiare continui sussulti di ribellione, nel 1975 il T. partecipò alla creazione della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS). Nel 1980 fu promulgata una nuova Costituzione, che sancì il ruolo dirigente del RPT; Eyadéma (che aveva mutato il prenome in Gnassingbé) fu rieletto alla presidenza quale candidato unico (1972, 1979 e 1986).
A segnare il percorso del T. negli anni 1990 fu la faticosa gestione del nuovo scenario politico pluralista, apertosi nel 1992 quando, dopo un periodo di violenti scontri e contestazioni, fu introdotto il multipartitismo. Eyadéma fu confermato presidente nelle elezioni del 1993 e del 1998, il cui svolgimento fu contestato dalle principali forze di opposizione. A partire dal 1999, sotto gli auspici dell’Unione Europea, ripresero i colloqui tra governo e opposizione per concordare nuove regole elettorali. L’accordo fu ratificato nel 2000, ma la situazione rimase critica. Le elezioni legislative, più volte rinviate, si tennero nell’ottobre 2002 tra roventi polemiche. Alla fine dell’anno, l’emendamento costituzionale approvato da un Parlamento nelle mani di Eyadéma gli consentì di ripresentarsi alle elezioni presidenziali, che vinse trionfalmente nel giugno 2003. Nel 2005 Eyadéma morì e i militari proclamarono come suo successore il figlio Faure Gnassingbé, che in aprile vinse elezioni presidenziali contrassegnate da violenze ed evidenti irregolarità. Tuttavia, a causa anche delle pressioni internazionali, Faure Gnassingbe mostrò un nuovo spirito di apertura verso l’opposizione. In settembre si giunse alla formazione di un governo di unità nazionale, incaricato di preparare nuove elezioni, che ebbero luogo nel 2007 e furono comunque vinte dal RPT.
Nel 2010 Faure Gnassingbé è stato rieletto presidente a larga maggioranza, sebbene in un clima di instabilità politica che nell’agosto 2012 ha registrato il verificarsi di disordini a opera dei gruppi di opposizione del Collectif sauvons le Togo (CST), che hanno chiesto una riforma della legge elettorale per limitare il numero di mandati presidenziali e una maggiore alternanza al potere; tali proteste, duramente soppresse dalla polizia, hanno portato alla caduta del governo e al rinvio delle elezioni parlamentari previste per il mese di ottobre. Tenutesi nel luglio 2013, le consultazioni hanno visto il partito del presidente Gnassingbé, l'Union pour la République (UNIR), ottenere la maggioranza assoluta e aggiudicarsi 62 dei 91 seggi del Parlamento, mentre alla coalizione di opposizione CST ne sono andati 19. Nell'aprile 2015 Gnassingbé è stato riconfermato per un terzo mandato presidenziale con il 58,7% dei suffragi, mentre alle elezioni legislative svoltesi nel dicembre 2018 il partito dell'uomo politico ha ottenuto 59 dei 91 seggi dell’Assemblea nazionale. Gnassingbé ha ottenuto un quarto mandato con il 72,3% delle preferenze a seguito delle consultazioni tenutesi nel febbraio 2020.
Nel giugno 2022 il Paese è stato ammesso, insieme al Gabon, nel Commonwealth.
Territorio già appartenente alla colonia tedesca del T., di cui costituiva il lembo più occidentale, occupato dagli Inglesi durante la Prima guerra mondiale e poi assegnato alla Gran Bretagna come mandato della Società delle Nazioni. Venne trasformato nel 1946 in amministrazione fiduciaria per conto delle Nazioni Unite; nel 1956, con un plebiscito, la maggioranza della popolazione (la minoranza, appartenente all’etnia Ewe, era favorevole alla riunificazione del T.) decise l’integrazione con la Costa d’Oro nello Stato indipendente del Ghana, costituito il 6 marzo 1957.