secondario Che viene come secondo, in ordine di tempo e di luogo.
Si dice dell’organo, o parte di esso, sviluppatosi da un altro organo simile (detto primario o principale). Struttura s. del caule e della radice Quella che si forma successivamente alla struttura primaria, ed è responsabile dell’accrescimento diametrico; prende origine per attività dei meristemi (per es., il cambio interfascicolare) che formano nuovi tessuti secondari.
La parete s. delle cellule si origina all’interno della parete primaria per ispessimento tipicamente centripeto che varia a seconda dei tessuti: minimo nei parenchimi e massimo nello sclerenchima. La formazione della parete s. può realizzarsi con modalità diverse, per cui si possono originare ispessimenti caratteristici, come, per es., quelli anulari o spiralati delle trachee, oppure areole prive di parete s., le punteggiature. Nella parete s., che è originariamente costituita da una maggiore quantità di cellulosa e un minore contenuto di polisaccaridi non cellulosici rispetto alla parete primaria, l’ispessimento può accompagnarsi a modificazioni chimiche della parete, come lignificazione, suberificazione ecc., in rapporto alle diverse funzioni dei tessuti adulti.
In fitogeografia, si dice di cenosi o formazione che si origina da un reiterato disturbo antropico (incendio, taglio, pascolamento ecc.); per es., sono s. gran parte delle garighe diffuse nel Mediterraneo.
Si dice di alcol contenente il gruppo caratteristico =CHOH; di ammina contenente il radicale bivalente =NH; di un atomo di carbonio legato ad altri due atomi di carbonio: così nel propano CH3−CH2−CH3 l’atomo centrale rappresenta un carbonio s. mentre i due terminali sono primari; di radicale in cui l’elettrone spaiato appartiene a un atomo di carbonio secondario.
Si dice di qualsiasi fenomeno determinato da un effetto primario o che si accompagni a un effetto di maggiore interesse o importanza. In elettromagnetismo, il circuito s. è il circuito in cui si manifesta la corrente indotta da un circuito inducente (primario). Così, per es., in un trasformatore il circuito s. è quello dei due circuiti che fornisce ai carichi utilizzatori la potenza.
Scuola s. La fase intermedia di un normale percorso di studi, preceduta dall’istruzione primaria e seguita dall’istruzione superiore o terziaria (universitaria e non); è quasi dovunque divisa in 2 gradi o fasi (inferiore e superiore). Negli ordinamenti contemporanei, il corso inferiore di scuola s. ha finito per assumere una configurazione autonoma (o addirittura per fondersi con la scuola primaria, in considerazione delle accresciute esigenze della formazione di base) ed è diventato quasi ovunque un’ulteriore fase unitaria di studi, comune a tutti. Il corso superiore di scuola s., invece, ha mantenuto dovunque una differenziazione più o meno marcata degli indirizzi di studio; tuttavia in alcuni ordinamenti sono state adottate misure volte a rendere possibile il passaggio da un indirizzo all’altro.
Nell’ordinamento scolastico italiano, il primo distacco del corso inferiore da quello superiore della secondaria è stato operato dalla riforma del 1940 con l’introduzione della scuola media, successivamente allargata e resa unica per tutti gli studenti della corrispondente fascia di età con la riforma del 1962; gli interventi legislativi del 1977 hanno ulteriormente avvicinato l’impostazione pedagogica e didattica della scuola media e di quella elementare, entrambe rientranti nella fascia dell’istruzione obbligatoria. La scuola s. superiore ha mantenuto e anche allargato il ventaglio degli indirizzi di studio, distinti tra gli istituti professionali (corsi di qualifica triennali), le scuole e gli istituti magistrali (corsi abilitanti quadriennali, peraltro superati dalla legislazione sulla formazione dei docenti degli anni 1990), gli istituti tecnici (con diversi indirizzi, di durata quinquennale) e i licei (l’artistico quadriennale e il classico, lo scientifico, il linguistico e il musicale, tutti di durata quinquennale). Attualmente la scuola secondaria si articola in un triennio e in un ulteriore quinquennio, rispettivamente coincidenti con la secondaria di primo e secondo grado. Il primo segmento è stato interessato da una riforma che ha portato alla riduzione del numero delle ore di lezione, lasciando pressoché intatto il quadro ordinamentale delle discipline. La secondaria di secondo grado sarà oggetto a breve di un ulteriore intervento riformatore (➔ scuola) che ridurrà il numero delle ore di lezione e degli indirizzi.
Accento s. Accento tonale o intensivo che interessa una vocale o una sillaba di una parola che possiede già su altra vocale o sillaba un accento tonale più elevato o un accento intensivo più energico, detto perciò principale. La lingua svedese presenta in certi casi un accento tonale s. postiniziale concomitante a un accento iniziale (il cosiddetto accento composto). Ma il caso più frequente di accento s. si ha con il tipo intensivo: per es., in italiano, una parola come considerazione presenta un accento s. sulla prima sillaba, o sulla quarta, o più accenti s., sulla seconda e sulla quarta. Per l’italiano gli accenti s. non sono né stabili né distintivi, a differenza di quelli principali. In teoria, ogni accento s. potrebbe rinforzarsi al punto da prevalere e trasformarsi in principale. Composto s. (o terziario) Composto di secondo (o terzo) grado, cioè quello un cui componente è già una parola composta: per es., ital. reimmettere, dove immettere è già composto di in + mettere. Significato s. di una parola Significato acquisito dalla parola in un tempo successivo; ma anche, in genere, significato meno importante.
Si dice di stato o processo o fenomeno morboso conseguente ad altro evento patologico (per es., anemia s. a emorragia) oppure a insorgenza tardiva rispetto a un altro fenomeno analogo, più precoce.
In psicanalisi, processo psichico s., il processo per cui la carica psichica, nel sistema preconscio, si fissa sulle singole rappresentazioni; queste si uniscono alle loro espressioni verbali e ne risulta un assai minor dispendio di energia psichica. Il processo è controllato dal principio di realtà (➔).
Nella psicologia dell’apprendimento vengono dette pulsioni s., per distinguerle dalle primarie, quelle motivazioni del comportamento umano che, con la loro introiezione, servono a trasmettere i valori etici ed estetici del processo di educazione.
Branchie s. Strutture accessorie deputate alla respirazione, che compaiono in alcuni gruppi di invertebrati acquatici, come per es. le branchie anali dei Molluschi Gasteropodi Nudibranchi.