zoogeografia Disciplina che s’interessa della distribuzione geografica delle specie animali del pianeta, tentando di descrivere e analizzare, in modo causale, i diversi fattori, storici e attuali, attinenti alla distribuzione stessa. La z., e più in generale la biogeografia, di cui essa, come la fitogeografia, fa parte, è una disciplina di sintesi, che ha strette relazioni e scambi con discipline diverse: ecologia, oceanografia, meteorologia, geologia, palinologia, geografia, paleontologia ecc., oltre che, naturalmente, con la sistematica, la filogenesi, la faunistica.
Le ricerche zoogeografiche s’imperniano su un elemento di base rappresentato dall’areale, o area di distribuzione, degli organismi. I dati attinenti agli areali sono individuati e riportati su mappa per essere poi utilizzati per le finalità della z. descrittiva. In quest’ambito rientrano la corologia, che ricerca e ordina in categorie, o corotipi, le sovrapposizioni significative fra areali di taxa diversi, e la z. regionale, che riconosce e organizza gerarchicamente una serie di categorie, distretti, province, sottoregioni, regioni ecc.
La categoria maggiore è appunto rappresentata dalle grandi regioni zoogeografiche (v. fig.), già tracciate da A.R. Wallace, delimitate da frontiere risultanti dall’assemblaggio delle linee di confine di molti gruppi e caratterizzate dalla presenza di endemismi particolari, di diverso rango tassonomico. Attualmente la classificazione zoogeografica del pianeta ha perso d’importanza per i fattori d’incertezza insiti nella difficoltà di ricondurre a schemi rigidi la distribuzione degli animali; tuttavia, la regionalizzazione è ancora utile, come sistema di riferimento, nello studio della distribuzione dei taxa.
La regione olartica consta di due sottoregioni, paleartica e neartica, considerate come regioni da altri autori. La sottoregione paleartica comprende l’Islanda, le Canarie e le Azzorre, per alcuni anche Capo Verde, l’Europa, l’Africa settentrionale e gran parte dell’Asia. I suoi confini si situano a livello del sistema saharo-sindico e delle pendici meridionali del sistema himalaiano, fino a raggiungere il Giappone attraverso la Cina meridionale. La sottoregione neartica è costituita da una gran parte dell’America Settentrionale e della Groenlandia: una linea attraverso il Golfo del Messico e l’altopiano messicano, fino al Lago Nicaragua, la separa dalla regione neotropicale. La fauna di questa regione possiede, fra i Mammiferi, i bisonti, i Cervidi, i mufloni, i cavalli e i castori; anche gli orsi, i Mustelidi e i lupi sono per lo più olartici; gli Uccelli comprendono i cuculi, le allodole, le rondini e alcuni Rapaci notturni; particolarmente significativi sono alcuni Anfibi come i Pletodontidi, Salamandridi, Proteidi. La regione olartica sarebbe la terra d’origine dei Suidi e di molti Carnivori, Canidi, Felidi ecc. I Cricetidi, in particolare, si sarebbero originati nella sottoregione neartica per poi diffondersi e affermarsi nell’America Meridionale.
La regione neotropicale è formata da gran parte dell’America Centrale, dalle Antille, dalle Galapagos e dall’America Meridionale con l’esclusione di una porzione meridionale del Cile e di una parte della Patagonia. I confini meridionali di questa regione sono incerti, e alcuni autori moderni individuano anche una regione antartica costituita, oltre che dalle due ultime zone citate, dall’Antartide, dalle isole Falkland e dalle numerose altre isole della zona. La fauna neotropicale è molto varia; mancano i grandi erbivori, a eccezione di Camelidi e Tapiri, ma si rinvengono, tra i Mammiferi, pecari, capibara, Caviidi, bradipi, formichieri, scimmie Platirrine e diversi Chirotteri; particolari appaiono poi gli armadilli e i Marsupiali Didelfidi (opossum). I nandù, i Tinamidi e i Colibrì sono fra i più noti endemismi per gli Uccelli; circa 1500 specie di Sauri e Ofidi sono pure esclusive.
La regione afrotropicale o etiopica comprende l’Africa a S del Sahara, dove il confine non è ben netto essendovi una zona di transizione, il Madagascar e le isole dell’Oceano Indiano occidentale (sottoregione malgascia), nonché la parte meridionale della Penisola arabica: la regione è caratterizzata da gorilla, scimpanzé e scimmie cinocefale fra i Primati; da numerosi Mammiferi erbivori (elefante africano, zebre, giraffe, okapi, ippopotami), da alcuni Carnivori (ghepardi e licaoni). Iene e leoni, abbondanti, sono presenti anche in India. Per i Rettili, sono caratteristici i mamba; anche numerosi Pesci d’acqua dolce, Polipterini, Mormiridi, Protopterus, sono endemici di questa regione. La sottoregione malgascia ospita Mammiferi interessanti, come diverse Proscimmie, i Tenrecidi, i Chirotteri Mizopodidi e le testuggini giganti delle Seichelles.
La regione orientale è difficilmente caratterizzabile perché i limiti terrestri coincidono in massima parte con zone di transizione, come quella cinese, la wallacea e i deserti dell’area saharo-sindica: l’elefante indiano, alcune specie di rinoceronti e antilopi, i macachi, l’orangutan, la nasica e diversi Carnivori sono esclusivi. Per i Rettili, sono peculiari, fra molti altri, i Gavialidi.
La regione australasiatica include, oltre ad Australia, Tasmania e Nuova Zelanda, le isole dell’Oceania, Hawaii, Nuova Caledonia, Salomone ecc., anche se il popolamento di queste isole è talmente complesso da rendere difficile l’attribuzione precisa a una determinata regione biogeografica. Questa regione è ricca di Monotremi e Marsupiali, caratterizzati, questi ultimi, da imponenti fenomeni di radiazione adattativa. Esistono però anche Mammiferi Placentati autoctoni (in Nuova Guinea, in particolare). I cacatua, gli uccelli lira e quelli del paradiso, gli emù e i casuari sono alcuni fra i più noti rappresentanti degli Uccelli, che hanno il 35% di specie endemiche.
La regione antartica, non riconosciuta da vari zoogeografi, oggi è scarsamente popolata per motivi climatici; tuttavia, molte specie di foche per i Mammiferi e i pinguini fra gli Uccelli sono esclusivi.
Si prefigge l’interpretazione dei fattori che determinano la geonemia degli organismi animali. In quest’ottica, la z. ecologica verte sullo studio e il confronto fra gli aerali dei taxa considerati e i diversi parametri biotici e abiotici che interessano il territorio preso in esame. Notevoli ricerche di z. ecologica sono, per es., quelle sugli ambienti insulari e le acque continentali. D’altra parte, la z. storica ricerca i motivi pregressi della distribuzione comparando gli areali odierni, i rapporti filogenetici ed evolutivi degli organismi correlati, e il succedersi degli eventi meteorologici, geologici e geografici delle aree interessate. Per lungo tempo, da Wallace a Darwin fino agli anni 1960-1970, il concetto centrale d’origine di un taxon e successiva dispersione ha rappresentato la base di ogni interpretazione storicistica dei popolamenti zoogeografici. La z. evoluzionistica si riferisce attualmente a questa corrente di pensiero; si basa, appunto, sullo studio dei centri d’origine e fenomeni di dispersione delle specie, per estrapolare, successivamente, sommando e sintetizzando la storia zoogeografica dei gruppi interessati, una storia generale del popolamento. Pressoché contemporaneamente, sempre intorno agli anni 1960, la diffusione e il dibattito sulle idee di W. Hennig hanno avuto grandi ripercussioni sulla z. storica e determinato la nascita di una biogeografia filogenetista, che adatta e utilizza i criteri della sistematica filogenetista, come, per es., quelli riguardanti la ricerca e l’individuazione di gruppi monofiletici e la ricerca, con metodi cladistici, dei rapporti fra diversi elementi. In questo modo è possibile costruire dei cladogrammi che si possono proiettare sulle mappe delle aree correlate. Infine, dopo aver individuato i centri d’origine dei taxa interessati e la direzione della loro dispersione, si arriva alla formulazione di ipotesi sulla storia zoogeografica dei gruppi, da confrontare con i dati della geologia. La pubblicazione (1974) di un lavoro di L. Croizat, G. Nelson e D.E. Rosen, Centers of origin and related concepts, rappresenta, semplificando molto, la nascita della z. vicariantistica e della z. panbiogeografica; queste, sia pure con notevoli differenze metodologiche e concettuali, si prefiggono l’individuazione di schemi generali di distribuzione e tendono a formulare storie biogeografiche generali, che comprendono e giustificano le singole, e differenti, distribuzioni. I progressi della ricerca geologica hanno portato alla presentazione di nuovi modelli sul movimento delle placche e microzolle della crosta terrestre, che hanno avuto una grande influenza generale sull’evoluzione della z. moderna.