Tutte le attività che tendono, mediante una serie ordinata di esercizi, a sviluppare l’apparato muscolare e dare robustezza e agilità al corpo umano. Dalla fine dell’Ottocento, la g. è diventata materia di insegnamento nelle scuole italiane, mentre parallelamente si sviluppavano a livello agonistico la g. artistica e, successivamente, quella ritmica e quella aerobica. Quest’ultima è, oggi, largamente diffusa anche come attività ricreativa, volta al mantenimento della condizione fisica e della salute.
La g., che deriva il nome dall’uso invalso dal 5° sec. a.C. di eseguire a corpo nudo determinati esercizi, fu praticata, per quanto riguarda la Grecia, dapprima dai Dori (Cretesi e Spartani). Bisogna tuttavia precisare che gli antichi per g. non intendevano quello che intendiamo noi oggi (esercizi a corpo libero e agli attrezzi), bensì quegli esercizi fisici che corrispondono in parte all’attuale atletica leggera (corse, salti, lanci), in parte alla lotta, al pugilato, al pancrazio. Largamente diffusa anche in età ellenistica, soprattutto con il moltiplicarsi dei ginnasi in Grecia e in Asia Minore, la g. non incontrò eccessivo favore in Roma ove fu introdotta, pare, dai Greci. I Romani, che pure non spregiavano gli esercizi fisici in funzione militare, non apprezzavano la g. atletica sia perché contrari a mostrarsi nudi in pubblico sia perché ritenevano tali esercizi propri degli schiavi, liberti o stranieri.
Caduto l’Impero romano, alla g. si preferirono gli esercizi con le armi, l’equitazione e taluni giochi acrobatici. Dopo il Mille la cultura fisica riacquistò importanza e nel periodo umanistico si ebbe una nuova impostazione dell’educazione fisica (si ricordi la Casa giocosa fondata da Vittorino da Feltre a Mantova). Ma solo nel 19° sec. si giunge all’attuazione di una completa g. razionale e scientifica, per opera soprattutto di F.L. Jahn (1778-1852) che inaugurò presso Berlino la prima palestra pubblica all’aperto e cercò di coordinare le varie parti della g. consigliando, come basilari, gli esercizi che preparano alla corsa e al salto e introducendo l’uso degli attrezzi. Dal canto suo lo svedese P.H. Ling (1776-1839) ideò, in contrasto con l’attrezzistica di Jahn, un metodo ginnico che sviluppava progressivamente il corpo secondo le sue possibilità. Dopo la fondazione dell’Istituto ginnastico a Stoccolma, avvenuta nel 1814, le teorie di Ling si diffusero anche in Germania, a opera di A. Spiess che si dedicò soprattutto allo sviluppo della g. collettiva. In seguito, da una fusione dei due metodi, nacque il sistema Jahn-Spiess che costituisce la moderna g. artistica. Il contributo inglese alla divulgazione delle pratiche ginniche nel 19° sec. non fu, d’altra parte, trascurabile. La cosiddetta rivoluzione sistematica, attuata grazie specialmente a T. Arnold (1795-1842), servì a stabilire quelle leggi tecniche che caratterizzano la g. moderna, distinguendola dalle brutali e violente esibizioni dei secoli passati.
In Italia, nel 1807, G. Bagatta introdusse la g. nel suo istituto, a Desenzano, frequentato dai giovani delle migliori famiglie del Lombardo-Veneto; ma il maggiore impulso allo sviluppo di queste attività sportive fu dato dal Piemonte: nel 1833 il ministero della Guerra piemontese chiamò a Torino R. Obermann per l’istruzione ginnica degli allievi dell’accademia militare; nel 1844 fu fondata, per opera di E. Ricardi, la prima associazione ginnica italiana, la Società ginnastica di Torino. A Trieste, nel 1863, fu fondata la Società ginnastica triestina; a Genova, nel 1864, a opera di F. Ravano, la Società ginnastica «Cristoforo Colombo». Per le necessità di meglio coordinare le singole attività attraverso un’organizzazione centrale e federativa, si giunse alla costituzione (1868) di un Comitato che invitò le società g. e tutti i sostenitori delle discipline ginniche al primo congresso nazionale che fu tenuto a Venezia (1869); da esso nacque la Federazione ginnastica italiana, che precedette di 12 anni la fondazione della Federazione internazionale di ginnastica, avvenuta a Bordeaux nel 1881. La Federazione ginnastica italiana cambiò la denominazione prima in Federazione ginnastica nazionale e poi in quella attuale di Federazione ginnastica d’Italia. L’attività della Federazione, che è la più anziana federazione sportiva nazionale, ebbe un’importanza fondamentale per tutto lo sport italiano, e per molti anni la sua storia è stata anche quella dello sport nazionale. La Federazione ginnastica d’Italia, con sede in Roma, è costituita dagli enti, dalle associazioni e dalle società aderenti; è organo del CONI, e ha lo scopo di promuovere, propagandare e disciplinare in Italia la g., quale attività sportiva rivolta all’educazione fisica e morale della gioventù, e di curare la preparazione olimpica dei ginnasti tesserati.
La g. artistica, oltre agli esercizi al suolo (corpo libero), prevede esercizi ai grandi attrezzi (v. fig.): 6 per gli uomini (anelli, cavallo, cavallo con maniglie, parallele, sbarra, trampolino con elastico) e 4 per le donne (cavallo, parallele asimmetriche, trave, trampolino con elastico). La g. artistica maschile è disciplina olimpica dalle prime edizioni delle Olimpiadi moderne (Atene 1896), quella femminile dal 1928 (Amsterdam). Gli esercizi si distinguono in due gruppi principali, di forza e dinamici. Nei primi il ginnasta deve riuscire a mantenere la posizione richiesta per qualche secondo, senza perdere l’equilibrio, grazie a una forte contrazione muscolare. Gli esercizi dinamici (rotazioni, oscillazioni, slanci) cambiano a seconda della configurazione dell’attrezzo, pur avendo la stessa matrice motoria. Oltre alla forza muscolare, richiedono flessibilità articolare, coordinazione neuromuscolare e senso di orientamento nello spazio e nel tempo per controllare l’ampiezza, l’intensità e la direzione del gesto.
La g. ritmico-sportiva, solo femminile, pone l’accento sulla fluidità e plasticità dei movimenti più che sulla forza o sull’acrobatica. Gli esercizi si eseguono su base musicale in forma individuale o collettiva, a corpo libero e con piccoli attrezzi: cerchio, piccole clave, fune, nastro e palla. Richiedono mobilità articolare, dinamismo, rapidità di movimento, senso di orientamento nello spazio e nel tempo, e favoriscono l’espressione del senso artistico. La g. ritmico-sportiva è stata inserita nelle Olimpiadi del 1984 (Los Angeles).
Nel 1994 la Fédération internationale de gymnastique ha riconosciuto come disciplina agonistica anche la g. aerobica. Gli esercizi si eseguono a corpo libero con accompagnamento musicale e sono giudicati come nelle gare di g. artistica. La g. aerobica non è disciplina olimpica.
Alle Olimpiadi e ai Campionati del mondo di g. artistica e ritmica sono previsti tre concorsi: uno generale a squadre, uno generale individuale e uno individuale per ciascun attrezzo.
Particolare forma di terapia fisica attuata mediante movimenti, attivi e passivi, metodicamente condotti con il fine di migliorare il trofismo e la forza di un muscolo o gruppo muscolare, di un arto o suo segmento, o comunque di un distretto corporeo (collo, torace, addome). A seconda dei casi è condotta con modalità diverse e può essere associata alla massoterapia, che con la g. medica costituisce quella branca della fisioterapia che va sotto il nome di cinesiterapia. Le più numerose indicazioni della g. medica riguardano i casi di compromissione dell’apparato locomotore, ma essa può anche costituire sia un provvedimento ausiliario nella terapia di altre condizioni morbose (alcune affezioni cardiocircolatorie ecc.) sia una misura igienico-profilattica (per es., nelle gestanti, ai fini della preparazione al parto). Una particolare forma di g. medica è la g. correttiva, che mira a correggere asimmetrie o lievi deformazioni fisiche, congenite o comparse nel corso della crescita.
G. passiva Quella in cui i muscoli sono messi in movimento da particolari macchine, di solito a impulsi elettrici.