traslazione Trasferimento da un luogo a un altro e raramente da un tempo a un altro.
Trasferimento del procedimento da un ufficio giudiziario a un altro a seguito di un provvedimento del giudice preventivamente adito che declini la competenza, dell’accoglimento di un’eccezione di difetto di giurisdizione ai sensi dell’art. 37 (purché non ci sia un difetto assoluto di giurisdizione, ovvero non si tratti di poteri propri della pubblica amministrazione), di un’eccezione di incompetenza ai sensi dell’art. 38, ovvero del verificarsi di fenomeni giuridici quali quelli descritti agli articoli 34, 35, 36 e 40 del codice di procedura civile. Nei casi sopra enunciati il trasferimento ad altro giudice non avviene d’ufficio ma richiede l’iniziativa della parte del giudizio più diligente. Infatti il provvedimento con cui il giudice adito declina il giudizio è accompagnato dalla fissazione di un termine alle parti entro cui il procedimento debba essere riassunto davanti ad altro giudice indicato e dalla conseguente cancellazione della relativa causa dal ruolo.
Nel linguaggio economico-finanziario, il processo per cui il soggetto tenuto a pagare al fisco l’imposta (contribuente di diritto) riesce a trasferirne l’onere in tutto o in parte su altri (contribuenti di fatto). La t., come trasferimento di un onere fiscale da un contribuente di diritto a un contribuente di fatto, può verificarsi mediante un solo o più trasferimenti a catena, prima che il tributo arrivi a colpire un soggetto che non abbia modo di rifarsi su altri; e può avvenire anche che sia il contribuente inizialmente colpito sia coloro su cui l’imposta è trasferita non riescano a liberarsene integralmente e risultino quindi tutti parzialmente incisi.
Perché possa verificarsi la t. occorre che l’imposta abbia per oggetto beni o servizi che il contribuente di diritto produce per lo scambio e che il prezzo dei beni o servizi suddetti possa essere aumentato. Il verificarsi o meno della t. dipende quindi soprattutto dalla natura dell’imposta, dalla elasticità della domanda al prezzo, dalla forma di mercato, dalla struttura dei costi, ma anche da altri fattori di carattere economico, sociologico e psicologico. Sono imposte non trasferibili le imposte dirette personali sul reddito globale o sul patrimonio e, quasi sempre, le imposizioni a carattere generale, anche se articolate in più tributi. Sono invece trasferibili le imposte indirette sui consumi e anche le imposte dirette reali su singoli redditi di lavoro, di capitale, di impresa ecc., in quanto i redditi stessi altro non sono che i prezzi ricavati da coloro che vendono la loro energia lavorativa, l’uso del capitale ecc. Nel caso di domanda elastica, non vi può essere t. dell’imposta in quanto un aumento del prezzo del bene provocherebbe una riduzione considerevole della quantità consumata e invece, per domande rigide, il trasferimento dell’onere è più facile. In regime di monopolio, le imposte applicate in misura proporzionale o progressiva sulla rendita del monopolista non sono trasferibili, mentre in libera concorrenza non si verifica la t. dell’onere solo se sul mercato operano imprese intramarginali (➔ impresa) in grado di assorbire l’imposta. In tutti questi casi, in cui la t. segue la linea dei rapporti economici, ossia il venditore scarica l’onere del tributo sul compratore del bene e servizio da lui messo sul mercato, si parla di t. in avanti o di ripercussione. Se l’oggetto dell’imposta è un bene durevole, può verificarsi anche la t. all’indietro, ossia il tributo può risalire a colpire colui che ha avuto la posizione di venditore nei confronti del contribuente di diritto. Per es., un aumento dell’imposta sul reddito dei fabbricati può tradursi in un aumento delle pigioni, ma, qualora la t. in avanti sugli inquilini non sia possibile, può anche provocare una diminuzione del prezzo dei fabbricati stessi nella misura della capitalizzazione dell’imposta; in caso di vendita, l’imposta sul reddito di fabbricato, comunque gravante sul nuovo proprietario, verrebbe di fatto trasferita al vecchio proprietario attraverso la riduzione di prezzo dell’immobile.
La t., sia progressiva sia regressiva, può avvenire in linea verticale (quando la variazione di prezzo concerne lo stesso prodotto o servizio colpito dall’imposta e i suoi beni strumentali, se si tratta di un bene finito, o i suoi prodotti finiti, se si tratta di un bene strumentale) o in linea obliqua (o laterale) quando investe altri prodotti non tassati, e si possono avere naturalmente forme composte in cui si verificano contemporaneamente più tipi di traslazione. Le t. inoltre si dicono di primo, secondo e ulteriore grado, a seconda che si verifichino al primo, al secondo o al successivo scambio, possono aversi cioè anche due o più processi traslativi a catena.
Si parla infine di t. alternata, quando il produttore trasferisce in tutto o in parte l’imposta relativa ad alcuni consumatori, mentre si addossa l’onere di quella relativa ad altri, e di t. ammassata, quando il produttore trasferisce su alcune categorie di consumatori l’intera imposta anche per la quota relativa ad altre categorie che restano immuni.
Nell’accezione più comune, corrispondenza che si ottiene associando a ogni punto P (di una retta, di un piano, di uno spazio) un punto P′ in modo che il segmento PP′ abbia lunghezza, direzione e verso costante. I segmenti orientati PP′, QQ′ ecc. sono quindi tutti equipollenti e rappresentano un medesimo vettore, detto vettore della traslazione. Una t. sopra una retta si può considerare come una proiettività parabolica avente il punto improprio come unico punto unito; nel piano e nello spazio si può considerare come un’omologia (speciale) avente il centro improprio (nella direzione della t.) e l’asse (o il piano asse) improprio. La t. è in ogni caso un movimento che lascia inalterati direzione e verso di ogni semiretta.
Più in generale, in un piano affine qualsiasi una t. è una corrispondenza biunivoca tale che, considerati due punti qualsiasi P, Q e detti P′, Q′ i loro corrispondenti nella t., le rette PP′ e QQ′ siano o coincidenti o non secanti. Piano di t. È un piano affine tale che, considerati due punti qualsiasi P, P′, esista una e una sola t. che a P faccia corrispondere P′. In un piano di t. non vale necessariamente il teorema di Desargues sui triangoli omologici (il primo esempio di piano di t. non desarguesiano fu indicato, nel 1907, da O. Veblen e J.H.M. Wedderburn).
T. delle reliquie Il trasporto dei resti di un santo dal sacello originario a un luogo di culto, spesso narrato in relazioni dette Acta translationis; la data della t. è a volte festa liturgica. T. della Santa Casa di Loreto Il trasporto miracoloso della casa di Maria Vergine da Nazareth a Loreto.
In idraulica, si dice t. o anche tempo di t. dell’onda di piena, relativamente a due date sezioni di un corso d’acqua in piena, l’intervallo di tempo tra l’istante di colmo per la sezione più a monte e l’istante di colmo per la sezione più a valle.