Arma da fuoco portatile, munita di un meccanismo di caricamento e sparo. Il nome deriva dall’archibugio a ‘focile’ (detto anche acciarino).
Il f. è formato da quattro parti essenziali: la cassa, la canna, il meccanismo di percussione e scatto, e il meccanismo di otturazione (oggi raramente disgiunto da quello di caricamento). Sono inoltre accessori indispensabili i congegni di puntamento.
Cassa. La cassa è generalmente di legno o materiali sintetici, raramente di metallo, e si articola in: fusto, impugnatura, calcio (v. fig.). Il fusto, comunemente in un solo pezzo con il resto della cassa, porta superiormente una scanalatura, per contenere la canna, e un intaglio profondo, per permettere l’alloggiamento del serbatoio dei colpi. Il fusto serve principalmente per dar presa alla mano sinistra del tiratore che ha il compito di dirigere l’arma. I f. a canne basculanti hanno il fusto separato dal resto della cassa; il fusto in questo caso prende il nome di asta. La canna dei f. da guerra in corrispondenza del fusto è coperta anche superiormente da un elemento ( copricanna).
L’ impugnatura è la parte della cassa posta immediatamente dietro al grilletto: essa forma con la canna un angolo, detto angolo di calcio, che consente al tiratore di far coincidere più facilmente la linea visuale con quella di mira. L’impugnatura, comunemente sagrinata, costituisce solida presa per la mano destra, che spinge l’arma contro la spalla; prende vari nomi a seconda della forma: dritta o inglese, a mezza pistola, a pistola.
Il calcio è la parte della cassa che equilibra il peso dell’arma, determina la distanza fra la spalla di chi spara e l’otturatore e ripartisce su una superficie allargata il rinculo.
Canna. La canna è un cilindro metallico cavo, al cui interno l’energia chimica dell’esplosivo è convertita in energia cinetica del proietto; essa serve inoltre a dirigere il tiro e per questo su di essa sono generalmente montati i congegni di puntamento. Esternamente la canna si chiama culatta nella parte posteriore e volata in quella anteriore; all’interno è caratterizzata da tre parti: camera, raccordo e anima. Quest’ultima può essere liscia o rigata, rispettivamente per f. da caccia a pallini o per f. da guerra e da caccia a proiettile unico.
Le anime lisce possono essere cilindriche, dopo il raccordo tronco-conico dalla camera di scoppio, ma più generalmente hanno verso la volata una diminuzione di calibro raccordata opportunamente e chiamata strozzatura (➔ strozzatura).
Le anime rigate sono solcate da un certo numero di scanalature elicoidali che hanno la funzione d’imprimere al proietto, non sferico, un moto di rotazione attorno al proprio asse longitudinale, moto che gli consente di mantenere meglio la direzione.
Meccanismo di percussione e scatto. È l’insieme delle parti che consentono al percussore di urtare la capsula della cartuccia, quando viene premuto il grilletto. Questi meccanismi assumono diverse forme nei vari tipi di f.: in alcuni casi la loro conformazione è parte dell’architettura stessa dell’arma. Nei f. moderni, soprattutto automatici, si tende a riunire in un gruppo, a volte anche separabile dall’arma, tali congegni (➔ percussione).
Meccanismo di otturazione. Questo congegno nel caso più generale è costituito da un corpo resistente d’acciaio ( otturatore) che può scorrere indietro e avanti per aprire e chiudere posteriormente la canna; all’interno di esso scorre il percussore, che, tirando il grilletto, va a battere sulla capsula d’innesco della cartuccia; nella sua corsa all’indietro l’otturatore provoca l’estrazione del bossolo, e nelle armi a ripetizione, ritornando in posizione di chiusura, camera un’altra cartuccia.
F. da caccia. Sono f. ad anima liscia, per sparare cartucce a pallini (raramente a palla unica), usati per la caccia alla selvaggina minuta, da penna o da pelo. Ma per la caccia mista (piccola e grande selvaggina, di solito di montagna) esistono f. con canne differenti accoppiate: una liscia e una rigata ( billing) o due lisce e una rigata sottoposta ( drilling). Per la caccia grossa (fiere, pachidermi ecc.), si usano speciali f. ( express), che sono analoghi alle doppiette, ma più pesanti e di grande robustezza, con le due canne rigate per l’impiego di cartucce metalliche a pallottola, di grosso calibro (.425 Westley Richards, .465 Holland & Holland, .370 Rigby: il calibro è generalmente espresso in millesimi di pollice) e di notevole massa (da 40 a 60 g), con forte potere d’arresto fino alla distanza di 300 m. Si usano anche, per la caccia grossa, specialmente per la selvaggina europea e americana, speciali carabine da caccia a ripetizione, con canna rigata (Mauser 66, Walther KKJ, Winchester 70, Weatherby ecc.), dotate di grande precisione e fornite molto spesso di speciali alzi a cannocchiale. I f. da caccia ad anima liscia cominciarono a differenziarsi da quelli militari solo nel 19° sec. attraverso una serie di perfezionamenti, che tendevano a rendere più rapido e sicuro il tiro a bersagli mobili. È proprio nel 19° sec. che la doppietta, arma con due canne giustapposte, ebbe grandissima diffusione per opera di raffinati fabbricanti inglesi (Birmingham), belgi (Liegi), italiani (Brescia), francesi (Saint-Étienne), tedeschi (Suhl).
Negli attuali f. i congegni di percussione (detti acciarini o anche batterie), di norma montati su piastrine distaccabili ( cartelle), possono essere a cani esterni o a cani interni ( hammerless). Gli acciarini hammerless, introdotti alla fine dell’Ottocento, principalmente per l’opera di armaioli inglesi, eliminano gli inconvenienti dei cani esterni; l’armamento delle batterie è provocato automaticamente dal movimento di apertura della culatta; modelli tra i più diffusi: l’Anson & Deeley con batterie interne alla bascula e il Holland & Holland con batterie montate su cartelle laterali. Le due canne, accoppiate tra loro da due strisce di acciaio dette nastrini (o bindelle), di cui quella superiore costituisce la linea di mira, possono ruotare per un arco di circa 40° intorno a un perno trasversale portato dal blocco di culatta, che a sua volta è solidamente fissato al calcio. Normalmente vi sono tre chiusure che assicurano la perfetta otturazione dell’arma. Tutte le chiusure sono di norma simultaneamente comandate da una leva ( chiave), disposta longitudinalmente nella parte superiore della bascula; il cacciatore, premendo la leva verso destra, disimpegna i vari catenacci, e può allora far ruotare le canne in basso scoprendo il vivo delle culatte: questo movimento fa uscire all’indietro l’estrattore e, nei f. di maggior pregio, fa scattare le molle degli eiettori, con la conseguente espulsione dei bossoli sparati. I due grilletti, protetti dal guardamano, sono disposti l’uno dietro l’altro (l’anteriore è il destro) in modo da consentire l’immediata successione dei due colpi. Immediatamente dietro la chiave trova posto il bottone di manovra della sicurezza. Nelle gare di tiro sono generalmente preferiti f. a due canne sovrapposte, che presentano vantaggi nella solidità della chiusura e nel tiro a bersagli montanti.
Balisticamente i f. da caccia sono armi di modesta potenza, che, per l’impiego ormai universale di polveri infumi, non superano di molto i 350 m/s di velocità iniziale, con gittate massime utili da 30 a 60 m circa. Nelle doppiette, una canna è più strozzata dell’altra, per aumentare maggiormente la lunghezza del secondo tiro. I calibri più comuni sono il 12 e il 16 (meno usato è il 20). Diffusissimi i f. da caccia automatici, costruiti generalmente nel calibro 12, che sfruttano i gas di scoppio per effettuare le operazioni di estrazione, armamento e caricamento. Queste armi portano nel serbatoio, disposto sotto la canna o nel calcio, da 3 a 8 cartucce (in Italia, per uso di caccia, non sono consentiti f. con più di tre colpi).
F. conformatore. È un f. (generalmente una doppietta) in cui i meccanismi di sparo e le canne sono usuali, ma la cassa è formata di più parti articolate e mobili. Serve al tiratore che desideri un’arma adatta alla propria corporatura. Questi, assestandosi il calcio del f. conformatore alla spalla e provandolo al tiro, sparando più colpi, può determinare le misure per la costruzione del calcio definitivo.
F. da guerra. I f. da guerra si differenziano dai normali f. da caccia a canna rigata per alcuni particolari oltre che per le caratteristiche di robustezza e di facilità di smontaggio: sono dotati di alzo regolabile, hanno il mirino protetto, consentono l’innesto della baionetta. Quasi tutti gli attuali f. militari sono a ripetizione automatica a sottrazione di gas. Fra i vari tipi, tutti simili, ricordiamo il Garand M1 calibro 30,06.
Da studi fatti verso la fine e dopo la Seconda guerra mondiale emerse che la maggior parte dei combattimenti raramente si svolgevano su distanze superiori ai 300 m, distanze per le quali i f. dell’epoca erano inutilmente potenti: ci si orientò allora verso f. e cartucce di calibro minore che avrebbero consentito l’alleggerimento delle armi e una diminuzione del rinculo, rendendo così possibile anche il tiro a raffica, e avrebbero altresì consentito al soldato di portare un maggior numero di munizioni a parità di massa. I risultati di questi studi portarono alla creazione dei cosiddetti f. d’assalto, il cui capostipite può considerarsi lo StG 44 tedesco in calibro 7,92×33 da cui nacque, in URSS, il famoso Kalashnikov AK47 in calibro 7,62×39. In Occidente si ebbero molti tipi di f. d’assalto camerati in 7,62×51 NATO. Successivamente ci si è orientati verso una ulteriore diminuzione del calibro.
Gli elementi caratteristici dei moderni f. d’assalto, oltre al calibro, sono: massa e lunghezza dell’arma contenuti, impiego di materiali plastici per calcio e impugnatura, possibilità di tiro a raffiche controllate di tre colpi.
F. da tiro. Sono così chiamati i f. usati nelle competizioni sportive di tiro a volo o di tiro a segno. I f. per il tiro a volo hanno due canne ad anima liscia, generalmente doppiette o sovrapposti che differiscono dalle comuni armi da caccia soltanto per una maggiore robustezza e per una migliore finitura meccanica, e hanno forature e strozzature delle canne molto accurate. Spesso tali f. hanno un solo grilletto ( monogrillo) per poter sparare in più rapida successione i due colpi. In alcuni l’asta è più avvolgente ( a coda di castoro) e protegge meglio la mano dal calore delle canne che hanno sparato numerosi colpi di seguito.
I f. rigati per il tiro a segno, oltre che dall’accuratissima tracciatura della rigatura dell’anima, sono caratterizzati, specialmente nella categoria carabina libera, da una notevole massa (fino a 8 kg); dalla cassa con impugnatura anatomica e poggiamano in sughero o anch’esso anatomico al posto della semplice scanalatura del fusto; dal calciolo regolabile a uncino; dalla diottra di mira e mirino con viti di regolazione micrometriche; dal doppio scatto al grilletto. Questo congegno permette di dividere in due fasi il movimento di scatto operato dal grilletto, a volte suddiviso su due grilletti; la seconda fase, dolcissima, avviene senza scosse per l’arma.
F. fotografico Apparecchio, costruito nel 1889 da E. Marey, per procurare la visione di immagini fotografiche in movimento (➔ cronofotografia).