Stato dell’Asia orientale, in buona parte corrispondente alla sezione settentrionale della penisola di C. e perciò detto correntemente C. del Nord. Confina a N con la Cina e per un breve tratto con la Russia, a S con la Repubblica di C. (C. del Sud); a O si affaccia sul Mar Giallo, a E è bagnata dal Mar del Giappone.
Il territorio, per almeno i tre quarti montuoso, fa parte delle numerose ghirlande peninsulari e insulari che orlano tutte le coste pacifiche dell’Asia (➔ Corea). Nonostante la latitudine, che supera abbondantemente i 40° N, il clima, di tipo temperato accentuatamente continentale, risente di influenze monsoniche. La forma allungata e la vicinanza del mare non lasciano spazio alla formazione di bacini fluviali estesi.
La popolazione, straordinariamente compatta sotto il profilo etnico e molto densa specialmente lungo le coste, avrebbe registrato negli ultimi anni una dinamica più vivace rispetto al passato e continuerebbe ad aumentare a un tasso medio annuo di circa il 10‰; le statistiche disponibili sono però poco affidabili e le stime contraddittorie: secondo alcuni, nell’ultimo decennio la popolazione sarebbe addirittura calata. È comunque tornata ad aumentare la mortalità infantile, come conseguenza delle carestie che hanno interessato a più riprese la regione, e si è ridotta la speranza di vita (intorno ai 71 anni); il ripristino di condizioni normali e il sostegno internazionale dovrebbero consentire il ritorno ai migliori livelli precedenti, quasi allineati a quelli dei paesi più avanzati; ma si valuta che nel frattempo la crisi alimentare abbia provocato la morte di circa 2 milioni di persone, oltre un grave degrado, non ancora recuperato, dei livelli nutrizionali; la gestione delle forniture alimentari e degli aiuti è controllata interamente dallo Stato e risulta che segua criteri selettivi e discriminatori su base sia socio-politica sia geografica. Elevatissimo sarebbe, per contro, il tasso di alfabetizzazione e relativamente diffusi i servizi sanitari, ma il reddito monetario disponibile è molto basso. La popolazione è poco urbanizzata (appena più del 60%); la città di gran lunga maggiore è la capitale, che nell’intera agglomerazione supera i 3,6 milioni di ab. (2007) e accentra buona parte del sistema produttivo industriale; l’agglomerazione portuale di Nampo conta oltre 1,1 milioni di abitanti; seguono l’altra città portuale di Hamhŭng, Chŏngjin, centro metallurgico e porto franco, e Kaesŏng, presso il confine con la C. del Sud.
Lingua ufficiale è il coreano, parlato dalla totalità degli abitanti. Quasi il 70% della popolazione non dichiara fede religiosa; in passato, e probabilmente tuttora, la religione più praticata era il buddhismo e ben rappresentato il confucianesimo, accanto a diffusi culti sincretici e tradizionali.
Grazie alla disponibilità di risorse minerarie e al sostegno finanziario e tecnico dell’Unione Sovietica e della Cina, nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale la C. del Nord realizzò uno sviluppo rapido e relativamente equilibrato, promuovendo la modernizzazione dell’agricoltura, la nascita dell’industria e l’espansione delle infrastrutture, e mirando a realizzare risultati economici che non si discostassero da quelli della C. del Sud. Riforma agraria, messa a coltura di nuove superfici e collettivizzazione delle terre hanno segnato il settore primario, realizzando nei primi tempi eccellenti prestazioni produttive, fino a raggiungere l’autosufficienza (poi perduta anche a seguito di eventi meteoclimatici contingenti); deciso sviluppo dell’industria pesante, solo di recente affiancata dalla produzione di beni di consumo, e rigida pianificazione degli obiettivi di produzione hanno caratterizzato il secondario; il terziario è invece limitato ai trasporti, alla distribuzione e al settore pubblico, con altissima incidenza delle forze armate (oltre 1,1 milione di effettivi, circa il 20% del bilancio dello Stato). Tra la fine del 20° sec. e l’inizio del 21°, l’obsolescenza del sistema industriale, la ripresa di forti tensioni internazionali, la carenza di tecnologie adeguate e una serie di sfavorevoli annate agrarie hanno comportato brusca perdita di competitività, accresciuta dipendenza dagli aiuti internazionali, stagnazione della produzione, regresso dei redditi, ormai lontani da quelli della C. del Sud, e crescente indebitamento statale.
Le tensioni politico-sociali conseguenti sono state relativamente contenute, anche grazie alla discreta diffusione dei servizi sociali e ai tentativi di normalizzazione dei rapporti con la C. del Sud e altri paesi a economia avanzata, ma anche per effetto di un ferreo controllo statale. Scarsi, benché in aumento, sono gli investimenti internazionali (dalla Cina, soprattutto, e dalla C. del Sud), attratti dal bassissimo costo della manodopera.
Circa il 17% della superficie, nelle piane litoranee, è occupato da colture. Principale prodotto è il riso (2,5 milioni di t nel 2005), seguito da patate, mais, soia, ortaggi e frutta. Decisamente modesta, ormai, rispetto alla passata importanza, è la produzione di piante industriali come cotone e tabacco, la cui produzione ha dovuto far posto a un’espansione delle colture alimentari. Le carestie della fine del 20° sec. hanno indotto un potenziamento delle capacità produttive alimentari, non solo con la razionalizzazione della struttura produttiva, una crescente meccanizzazione e un maggior impiego di fertilizzanti, ma anche tramite interventi infrastrutturali mirati a migliorare le condizioni di vita e di produzione nelle aree rurali. In aumento è lo sfruttamento delle foreste, che occupano oltre 2/3 dell’area complessiva, malgrado le difficoltà di trasporto, in parte risolte mediante fluitazione (oltre 7 milioni di m3 nel 2005). L’allevamento ha proporzioni contenute, mentre relativamente sviluppata è la produzione ittica, in via di potenziamento anche attraverso lo sviluppo dell’acquicoltura.
Le risorse minerarie sono cospicue, ma il loro sfruttamento ha registrato una sensibile riduzione in anni recenti: si estraggono soprattutto carbone (16,5 milioni di t nel 2005) e lignite, utilizzata per la produzione di elettricità (che per oltre la metà è però garantita da impianti idroelettrici), ferro e magnesite, di cui la C. del Nord è uno dei maggiori produttori del mondo.
L’industria, che impiega circa il 28% della popolazione attiva, partecipa per meno del 25% alla formazione del prodotto interno lordo, mentre pochi anni fa ancora raggiungeva circa il 60%; nella composizione del PIL prevale ora il terziario (circa il 43%), seguito dal primario (33%). I principali centri industriali sono sorti presso le zone minerarie e in corrispondenza dei principali porti. Le aree industrializzate più rilevanti gravitano su Pyŏngyang, sul confine nord-occidentale con la Cina (facendo centro sulla città di Sinŭiju), su quello sud-occidentale con la C. del Sud (Kaesŏng) e sui porti della costa orientale. Un forte sviluppo presentano i rami siderurgico, e più in generale metallurgico, chimico e cementiero; un posto di assoluto rilievo ha la produzione di armamenti; più modesti, anche se in sviluppo, sono invece i comparti dei beni intermedi e finali (a prescindere da lavorazioni tradizionali come le porcellane di Kaesŏng) che vedono tessile, elettronica, meccanica, carta e pasta di legno tra quelli meglio collocati.
Discreto è il sistema ferroviario (5200 km), benché di vecchia concezione, connesso con le reti cinese e russa; del tutto insufficiente è invece la rete stradale, che sviluppa poco più di 23.000 km, per meno di un decimo asfaltati. Un ruolo importante e crescente hanno i porti, soprattutto quelli di Chŏngjin (passeggeri), Chinnampo (minerali) e Unggi (legname). Scarso è il traffico aereo. Il commercio con l’estero si svolge per oltre la metà con la Cina, ma si vanno ampliando gli scambi con la C. del Sud e il Giappone, e anche con alcuni paesi occidentali, tra cui in particolare l’Italia e la Francia.
La C. del Nord si formò quale Stato a sé stante nel 1948 nella zona di occupazione sovietica, dopo l’approvazione di una Costituzione di tipo socialista. Capo del governo divenne il leader del Partito comunista (dal 1949 Partito coreano dei lavoratori) Kim Il Sung, che guidò ininterrottamente il paese fino al 1994. Insieme allo sforzo di ammodernamento e di pianificazione e socializzazione dell’agricoltura Kim Il Sung si indirizzò verso una forma di autonomia dal modello sovietico e da quello cinese, denominata iuche. Dal 1972, con il varo di una nuova Costituzione che attribuiva al presidente della Repubblica la funzione di capo dell’esecutivo, Kim Il Sung assunse tale carica. In politica estera la C. del Nord fu ammessa al Movimento dei paesi non allineati (1975) e all’ONU (1991). A partire dal 1971 avviò contatti con Seoul per giungere a una riunificazione pacifica del paese; tali contatti furono intensificati dal 1990 anche a causa dell’isolamento politico di Pyŏngyang in seguito alla crisi dell’Unione Sovietica e al riavvicinamento tra Cina e C. del Sud. Sebbene il miglioramento dei rapporti di Pyŏngyang con il Giappone e gli USA sembrasse confermare il processo di distensione (insieme all’intesa per la denuclearizzazione della penisola coreana), negli anni successivi la situazione fu caratterizzata da una notevole instabilità.
La morte di Kim Il Sung (1994) aprì un periodo di incertezza istituzionale. Il figlio Kim Jong Il, da tempo indicato come probabile successore, assunse la guida del partito solo nel 1997. Nello stesso tempo si posero gravi problemi di ordine economico, determinati dalla fine dei crediti sovietici, dalla drastica diminuzione delle esportazioni alimentari da parte della Cina e dai mancati aiuti dagli USA. La limitata apertura ai capitali provenienti dall’estero non fu in grado di migliorare la situazione, che anzi fu resa drammatica dalle inondazioni del 1995-96. Nello stesso tempo si registrò la ripresa dei contatti diplomatici tra i rappresentanti di C. del Nord, C. del Sud, Stati Uniti e Cina che sfociarono negli incontri di Ginevra (1997-99), ma non portarono a nessuna conclusione. Il proseguimento delle trattative culminò in uno storico incontro tra Kim Jong Il e il premier sudcoreano Kim Dae Jung (2000), nel corso del quale fu ratificato un accordo che prevedeva l’impegno comune per la riunificazione dei due paesi, la promozione della cooperazione economica, l’allentamento dello stato di tensione lungo il confine. Tuttavia la situazione internazionale, già compromessa dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, è diventata progressivamente più tesa dal 2003, quando il governo nordcoreano si è ritirato dal Trattato di non proliferazione nucleare, intraprendendo a partire dal 2006 nuovi esperimenti nucleari che hanno suscitato dure reazioni a livello mondiale e che non sono cessati neppure dopo i tentativi di conciliazione operati dagli USA nel 2009; anzi, l'anno successivo la C. del Nord ha annunciato un nuovo sviluppo delle armi nucleari avente lo scopo di contrastare la politica ostile degli Stati Uniti, incorrendo in tal modo in gravi sanzioni che la comunità internazionale ha imposto al Paese e che hanno avuto profonde ripercussioni sulla sua situazione economica.
In questo clima di forti tensioni sono state guardate con grande apprensione la morte, avvenuta nel dicembre 2011, di Kim Jong Il e il passaggio della leadership nelle mani del figlio terzogenito e successore designato Kim Jong-un; nel periodo successivo si è registrata una recrudescenza delle tensioni con la C. del Sud e gli Stati Uniti, oltre che ulteriori sviluppi del programma nucleare già avviato. Nell'aprile 2013, dopo le ripetute minacce di Kim Jong-un riguardo a un attacco nucleare contro la C. del Sud e gli Stati Uniti, stante la decisione di impedire ai lavoratori del Sud di accedere al complesso industriale di Kaesong e riattivare il reattore nucleare di Yong-byon, il Pentagono ha disposto il dispiegamento di un sistema di difesa missilistica sull'isola di Guam, nell'Oceano Pacifico, dove è presente una base militare statunitense.
Alle elezioni parlamentari per il rinnovo dell'Assemblea suprema del popolo svoltesi nel marzo 2014 con un’affluenza alle urne del 99% Kim Jong-un, unico candidato per il suo distretto, ha prevedibilmente ottenuto il 100% delle preferenze. Nonostante le sanzioni economiche imposte al Paese dalla comunità internazionale, sotto il suo regime dittatoriale i test atomici sono proseguiti, ciò incrementando l’ostilità nei rapporti con gli Stati Uniti, che hanno conosciuto momenti di forte tensione a seguito del lancio nel luglio 2017 di missili balistici intercontinentali e delle reiterate minacce di un attacco contro il territorio statunitense di Guam. Una fase di progressivo disgelo sembra essersi aperta nei mesi successivi, a partire dalla distensione delle relazioni con la Corea del Sud favorita dalle Olimpiadi invernali del febbraio 2018 e dai tentativi di evitare contrapposizioni frontali con l'amministrazione Trump. Dopo le dichiarazioni di Kim Jong-un dell'aprile 2018 sulla rinuncia ai test nucleari e missilistici, nello stesso mese si è tenuto nel villaggio di Panmunjŏm uno storico incontro tra l'uomo politico e il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in in cui sono stati discussi temi nodali quali la rinuncia alle armi nucleari da parte di Pyongyang e un trattato di pace fra le Coree, mentre nel mese di giugno Kim Jong-un e Trump hanno firmato un documento per la denuclearizzazione della Penisola coreana nel summit svoltosi sull'isola di Sentosa (Singapore).
Nel luglio 2022, in un quadro geopolitico mondiale profondamente segnato dal conflitto bellico russo-ucraino, il Paese - il terzo al mondo, dopo la Russia e la Siria - ha formalmente riconosciuto l'indipendenza delle repubbliche popolari separatiste del Doneck e del Luhansk (Ucraina orientale).