È una lettera apostolica indirizzata dal papa o ai vescovi di tutto il mondo o a quelli di una sola regione, sopra argomenti riguardanti la dottrina cattolica o certe particolari situazioni religiose o sociali, sia della cristianità in generale. sia di un dato popolo. Nei primi secoli si chiamarono encicliche anche le lettere diramate dai vescovi al rispettivo gregge, che oggi vanno sotto il nome di "pastorali". Talvolta fu riservato questo termine alle epistole apostoliche dirette a tutti i fedeli, mentre "cattoliche" erano dette quelle che si dirigevano a tutte le chiese. Benedetto XIV intitolò la prima lettera pubblicata dopo la sua elezione (3 dicembre 1740) Epistola encyclica et commonitoria; ma in seguito prevalse il titolo di Litterae encyclicae, indirizzate sempre, quando riguardano tutta la Chiesa, "ai venerabili fratelli, patriarchi, primati, arcivescovi, vescovi e altri ordinarî di luoghi aventi pace e comunione con la Sede apostolica". Segue il nome del papa con le parole: "Venerabili fratelli, salute e benedizione apostolica", quindi il testo della lettera; con le prime due o tre parole di tale testo si designano comunemente le singole encicliche.
Le encicliche, come le bolle, i brevi e i motu-proprio pontifici, sono documenti di dottrina cattolica e fonti di diritto ecclesiastico, ma non possono considerarsi come pronunziati ex cathedra, né implicano per sé stesse il privilegio dell'infallibilità. Dato tuttavia il loro carattere di speciale solennità e la ripercussione che esse hanno avuto anche fuori del dominio strettamente religioso, le encicliche degli ultimi quattro pontificati costituiscono dei punti sicuri di riferimento nelle più importanti questioni teologiche, filosofiche, economiche e sociali dibattute in seno alla Chiesa e alla società.
Basti ricordare, fra quelle di Pio IX, la Quanta cura (8 dic. 1864) che accompagna il Sillabo; fra quelle di Leone XIII l'Aeterni Patris (4 ag. 1879) sopra S. Tommaso d'Aquino e la filosofia scolastica, l'Humanum genus (21 aprile 1884) sulla massoneria, l'Immortale Dei (1° novembre 1885) sulla cristiana costituzione degli stati, la Rerum novarum (16 maggio 1891) sulla questione sociale; fra quelle di Pio X, la Vehementer Nos (11 febbraio 1906) sull'intervento dei cattolici italiani nelle elezioni politiche, l'Acerbo nimis (15 aprile 1905) sull'insegnamento del catechismo, la Pascendi dominici gregis (8 settembre 1907) contro il modernismo; fra quelle di Pio XI, la Ubi arcano (23 dicembre 1922) sulla pace di Cristo nel regno di Cristo, la Divini illius (31 dic. 1929), che tratta dell'educazione cristiana della gioventù e la Casti connubii (31 dicembre 1930) sul matrimonio cristiano. Per la redazione in latino delle encicliche pontificie è istituita presso la Segreteria di stato un'apposita cancelleria distinta in due uffici, quello dei Brevi apostolici con a capo un segretario, e quello delle Lettere latine dipendente da un prosegretario (Cod. Iuris Canonici, c.c. 263-264). Manca sinora una raccolta completa e ordinata delle lettere che vanno sotto il nome di encicliche e di Epistolae Romanorum Pontificum. Esse si trovano sparse nei varî Bollarî romani, negli Acta S. Sedis (dal 1865 al 1908) e negli Acta Ap. Sedis (dal 1908 in poi). Cfr. A. Van Hove, Prolegomena ad Comm. Lovan. in Codicem I C., Malines e Roma 1928, tit. III, c. 30, p. 203-205.
G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia 1846, s. v. Benedizione apostolica e Lettere apostoliche; Dictionn. de théol. cath., V. i, Parigi 1913, s. v. Encycliques; Catholic Encyclopaedia, V, New York 1909, s. v. Encyclical.
Enciclopedia Italiana, II Appendice, vol. I, 1948 - ENCICLICA (XIII, p. 944). - Tra le principali encicliche di Pio XI dopo il 1930 segnaliamo: nel 1931 la Quadragesimo anno (15 maggio, sulla questione sociale, nel 40° anniversario della Rerum novarum di Leone XIII, la Non abbiamo bisogno (29 giugno) per l'Azione cattolica italiana contro il fascismo, e la Lux veritatis (25 dicembre), per il XV centenario del concilio di Efeso; nel 1935 (20 dicembre) la Ad catholici sacerdotii, sulla sublimità del sacerdozio cattolico, ed il 29 giugno del 1936 la Vigilanti cura (diretta all'episcopato nord-americano) sul cinematografo. Nel 1937 il 14 marzo la Mit brennender Sorge all'episcopato tedesco sulla persecuzione della Chiesa nella Germania nazionalsocialista; il 19 marzo la Divini Redemptoris, condanna del comunismo ateo; il 28 marzo la No es muy conocida sulla situazione religiosa nel Messico. Pio XII ha pubblicato sino ad ora 4 grandi encicliche: all'inizio della guerra (20 ottobre 1939) la summi pontificatus, fondamentale per alcune dichiarazioni di principio che illustrano il successivo atteggiamento del pontefice di fronte alla seconda Guerra mondiale; il 29 giugno 1943 la Mystici Corporis Christi, importante sotto l'aspetto dottrinale, ascetico e mistico; il 30 settembre successivo la Divino afflante Spiritu, sugli studî biblici; il 20 novembre 1947 la Mediator Dei sulla liturgia.
Enciclopedia Italiana, III Appendice, vol. I, 1961 - ENCICLICA (XIII, p. 944; App. II, 1, p. 853). - Tra le principali Encicliche di Pio XII dopo il 1947 segnaliamo: nel 1949 la Redemptoris nostri cruciatus (15 aprile) sui Luoghi santi della Palestina; nel 1950 la Anni Sacri (12 marzo) e la Summi maeroris (19 luglio) entrambe per indire preghiere per il rinnovamento cristiano dei costumi e per la concordia dei popoli, la Humani generis (12 agosto) con la quale si rinnovava la condanna dell'immanentismo e dell'idealismo moderno, si condannavano lo storicismo e l'esistenzialismo e insieme il "realitivismo dogmatico" con allusione al recente orientamento teologico noto come "nuova teologia" (v. teologia cattolica, in questa App.); nel 1951 la Evangelii praecones (2 giugno) sull'incremento delle missioni cattoliche, la Sempiternus rex Christus (8 settembre) per il XV centenario del concilio ecumenico di Calcedonia, nel 1952 la Orientales ecclesias (15 dicembre) diretta all'episcopato cattolico delle Chiese orientali; nel 1953 la Doctor Mellifluus (24 maggio) nell'ottavo centenario della morte di Bernardo di Chiaravalle; nel 1954 la Ad caeli Reginam (11 ottobre) sulla dignità regale della B. V. Maria e sull'istituzione della sua festa; nel 1955 la Musicae sacrae disciplina (25 dicembre) sulla musica sacra; nel 1957 la Fidei donum (21 aprile) sulle condizioni delle missioni cattoliche particolarmente in Africa; la Miranda prorsus (8 settembre) sulla cinematografia, la radio e la televisione. Giovanni XXIII ha pubblicato nel 1959 la Ad Petri cathedram (29 giugno) in merito al promovimento della verità, dell'unità e della pace in spirito di carità e la Princeps pastorum (28 novembre) sulle missioni cattoliche.
Enciclopedia Italiana, IV Appendice, vol. I, 1978 - ENCICLICA (XIII, p. 944; App. II, 1,853; III, 1, p. 549). - Assumendo il termine nel senso più ampio di lettera pontificia destinata alla totalità del clero e dei fedeli del mondo cattolico, o di una determinata nazione, o almeno a una categoria di persone (per es. all'episcopato, ai religiosi), possiamo annoverare sotto tale voce quattro specie di documenti solenni: le litterae encyclicae propriamente dette, riservate a occasioni più solenni o a importanti temi teologici, morali, disciplinari o sociali (sempre sotto il profilo religioso); le epistulae encyclicae, l'epistula apostolica, l'adhortatio apostolica. In quest'ordine sono sempre elencate negli Acta Apostolicae Sedis.
Dal 1960 al 1975 incluso si hanno 39 documenti del genere: 14 di Giovanni XXIII (4 enc.; 8 lettere ap.; 2 esort. ap.), 25 di Paolo VI (5 enc.; 2 ep. enc.; 5 lettere ap.; 13 esort. ap.).
Appartengono a questo periodo le due encicliche più celebri di Giovanni XXIII: la Mater et Magistra (15 maggio 1961) sui recenti sviluppi della questione sociale alla luce della morale cristiana (iniziativa personale e intervento dei pubblici poteri in economia; socializzazione; remunerazione del lavoro; esigenze della giustizia nei confronti delle strutture produttive; proprietà privata; esigenze di giustizia nei rapporti tra i settori produttivi; riequilibrio e propulsione nelle zone in via di sviluppo; rapporti tra paesi ricchi e paesi poveri; incremento demografico e sviluppo economico; collaborazione internazionale; ideologie effimere ed erronee; dottrina sociale della Chiesa; ecc.), e la Pacem in terris (11 aprile 1963), sulla pace fra tutte le genti da fondare sulla giustizia, sull'amore e sulla libertà; per la prima volta (esempio che sarà poi seguito anche da Paolo VI) un'enciclica viene rivolta non solo ai cattolici, ma anche "al clero e ai fedeli cristiani di tutto il mondo come pure a tutti gli uomini di buona volontà". Altre due encicliche giovannee sono di argomento religioso: Aeterna Dei Sapientia (11 novembre 1961), per il 15° centenario della morte del papa s. Leone il Grande, e Paenitentiam agere (1 luglio 1962), con un appello alla preghiera e alla penitenza all'avvicinarsi dell'apertura del Concilio Vaticano II.
Delle epistulae apostolicae di Giovanni XXIII, tre furono destinate a domandare preghiere per il Concilio: Le voci (19 marzo 1961), Celebrandi Concilii Oecumenici (11 aprile 1962), Oecumenicum Concilium (28 aprile 1962); in quella che si apre con le parole Il religioso (29 settembre 1961) si chiedono preghiere per la pace; altre tre: Iam in pontificatus (14 gennaio 1961), Sacrorum expeditionum (20 marzo 1961), Quotiescumque (29 giugno 1961), sono rivolte rispettivamente agli episcopati del Vietnam e dell'Indonesia per l'istituzione della gerarchia nelle loro regioni, e ai vescovi delle Filippine per l'erezione di alcune nuove diocesi. La Magnifici eventus (11 maggio 1963) è rivolta ai cattolici dei paesi slavi per l'11° centenario dell'arrivo dei santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia. Ancora preghiere per il Concilio chiedono le esortazioni apostoliche di Giovanni XXIII: Sacrae laudis (6 gennaio 1962), Novem per dies (20 maggio 1963).
Le 5 encicliche di Paolo VI toccano importanti temi di fede, di morale, di disciplina, di attualità: quella programmatica del pontificato, Ecclesiam suam (6 agosto 1964), riguarda la presenza e il dialogo della Chiesa nel e col mondo d'oggi; la Mysterium fidei (3 settembre 1965) ribadisce la dottrina cattolica sull'Eucaristia e sulla legittimità del culto eucaristico anche fuori della Messa, contro alcune tendenze erronee di autori moderni; la Sacerdotalis caelibatus (24 giugno 1967) riconferma gli elevati motivi che muovono la Chiesa latina a esigere il celibato sacerdotale; la Humanae vitae (25 luglio 1968) affronta il problema della regolazione delle nascite, esponendo senza ambiguità la posizione del magistero ecclesiastico. In campo sociale larga risonanza ebbe la Populorum progressio (26 maggio 1967) sullo sviluppo integrale degl'individui e dei popoli e sui giusti rapporti internazionali.
Le uniche due epistulae encyclicae di Paolo VI convergono in un tema comune: richiesta di preghiere alla Vergine per la pace del mondo e per i lavori del Concilio: Mense maio (29 aprile 1965) e Christi Matri (15 settembre 1966). Queste due richieste sono reiterate nell'epistola apostolica Spiritus Paraclitus (30 aprile 1964) e soprattutto nelle esortazioni apostoliche Quarta Sessio (28 agosto 1965) e Postrema Sessio (4 novembre 1965) sul Concilio, e Recurrens mensis October (7 ottobre 1969) per la pace.
Temi di dottrina e di pietà cristiana vengono trattati da Paolo VI nell'epistola apostolica Investigabiles divitias Christi (6 febbraio 1965) sulla devozione al S. Cuore di Gesù, nel 2° centenario della festa liturgica; la pietà mariana viene ampiamente esposta nelle esortazioni apostoliche Signum magnum (13 maggio 1967) e Marialis cultus (2 febbraio 1974); della gioia cristiana - tema mai affrontato in precedenti documenti del magistero - parla l'esortazione apostolica Gaudete in Domino (9 maggio 1975), mentre la Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975) tratta delle vie e del dovere di annunziare il Vangelo nel mondo d'oggi.
All'attuazione del Concilio da parte dei vescovi, come maestri nella fede, e da parte dei religiosi nel rinnovamento della loro maniera di vita, sono consacrate le due esortazioni apostoliche Quinque iam anni (8 dicembre 1970) ed Evangelica testificatio (2 giugno 1971). L'epistola apostolica Octogesima adveniens (14 maggio 1971), in occasione dell'80° della Rerum novarum di Leone XIII, sviluppa, con nuove applicazioni, alcuni punti già contenuti nella Populorum progressio.
Di carattere occasionale sono: l'epistola apostolica Sancti Stephani (6 agosto 1970) ai cattolici ungheresi, nel millennio della nascita e del battesimo del santo re; l'epistola apostolica Benignissimus Deus (22 febbraio 1965) per il 75° della fondazione dell'Opera di s. Pietro Apostolo per il clero indigeno; le esortazioni apostoliche E peregrinatione (15 gennaio 1964) sull'unità dei cristiani, dopo il ritorno del papa dal pellegrinaggio in Terra Santa; Petrum et Paulum Apostolos (22 febbraio 1967) per il 19° centenario del loro martirio; Nobis in animo (25 marzo 1974) sull'aiuto alle opere cattoliche in Terra Santa.
Acta Apostolicae Sedis, alle rispettive date; Giovanni XXIII, Discorsi, Messaggi, Colloqui, voll. III-V, Città del Vaticano 1961-63; Giovanni XXIII, Encicliche e discorsi, Roma 1961-63; Insegnamenti di Paolo VI, voll. I-XIII, Città del Vaticano 1964-1976; I. Giordani, Le encicliche sociali dei Papi, II: Da Giovanni XXIII a Paolo VI (1961-1969), Roma 1969; Paolo VI, Encicliche 1963-1970, Città del Vaticano 1971.
Enciclopedia Italiana, V Appendice, vol. II, 1992 - ENCICLICA (XIII, p. 944; App. II, I, p. 853; III, I, p. 549; IV, I, p. 691). - Seguendo la stessa catalogazione adottata nell'Appendice IV per i documenti più solenni del Sommo Pontefice, dal 1976 a tutto maggio 1991 si hanno: 9 lettere encicliche; 1 epistula encyclica; 7 esortazioni apostoliche; e numerose lettere apostoliche. Si è aggiunto un nuovo tipo di documento: la adhortatio apostolica postsynodalis, espressione congiunta del pensiero del Papa e dell'assemblea del Sinodo dei Vescovi; sono, fino a questa data, 2.
Di Paolo vi, morto il 6 agosto 1978, si registra una sola esortazione apostolica, la Evangelii nuntiandi, frutto del Sinodo dei Vescovi del 1974 sull'evangelizzazione nel mondo d'oggi. Di Giovanni Paolo i non si ha nessun documento del genere, a motivo della sua fine prematura (29 settembre 1978); si accingeva a pubblicare l'esortazione apostolica sulla catechesi. I restanti documenti appartengono tutti agli anni del pontificato di Giovanni Paolo ii.
L'e. programmatica del pontificato, Redemptor hominis (4 marzo 1979), ribadisce l'importanza che i problemi umani rivestono per la Chiesa, la cui missione è quella di salvare tutto l'uomo e promuoverne il progresso e lo sviluppo integrale. L'e. Dives in misericordia (30 novembre 1980) tratta della misericordia di Dio verso l'uomo e dell'amore reciproco. Il 18 maggio 1986 venne pubblicata l'e. Dominum et vivificantem, che parla dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo; l'e. Redemptoris Mater (25 marzo 1987) è consacrata alla Madonna e alla sua presenza nella vita della Chiesa peregrinante. La Redemptoris missio (7 dicembre 1990) ribadisce ulteriormente il carattere essenzialmente missionario della Chiesa e il suo dovere, sempre attuale, di annunziare il Vangelo ai non cristiani. Catalogata come epistula, mentre le precedenti sono litterae encyclicae, è la Slavorum Apostoli (2 giugno 1985), occasionata dall'11° centenario dell'inizio dell'attività dei santi Cirillo e Metodio nell'Europa orientale.
Ci sono, infine, le tre importanti e. sociali di Giovanni Paolo ii: Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), pubblicata in occasione del 20° della Populorum progressio, l'altro documento sociale di Paolo vi; la Laborem exercens (14 settembre 1981), e la Centesimus annus (1° maggio 1991). Nella prima il papa tocca i temi più attuali dello sviluppo umano, leggendo in chiave teologica alcuni tra i più scottanti problemi che vi sono collegati (destinazione dei beni materiali; riforma del sistema internazionale di commercio; cooperazione internazionale; interdipendenza; iniziativa da parte dei paesi in via di sviluppo, ecc.). Nelle altre due viene rievocato il 90° e il 100° anniversario della pubblicazione della Rerum novarum di Leone xiii (1891), ricavando dai principi in essa contenuti applicazioni e orientamenti per le odierne situazioni sociali alla luce del vangelo.
Nel settore delle esortazioni apostoliche primeggiano quelle postsinodali, volute da Giovanni Paolo ii per esprimere il vincolo profondo di collegialità che lega fra loro i rappresentanti del collegio episcopale, che si riuniscono periodicamente in Sinodo sotto la presidenza del Papa, che è il capo del collegio. La prima di tali esortazioni si ebbe dopo la 6ª assemblea generale ordinaria del Sinodo (1983), riflettendo, nel titolo, il tema trattato: Reconciliatio et Paenitentia (2 dicembre 1984); analogamente la seconda (30 dicembre 1988) fu consacrata al posto, alla dignità, alla missione e all'attività dei laici − uomini e donne − nella Chiesa: Christifideles laici.
Altre esortazioni apostoliche, esse pure legate ad altrettante assemblee generali ordinarie del Sinodo dei Vescovi, sono − oltre quella già ricordata a proposito di Paolo vi- la Catechesi tradendae (16 ottobre 1979), sull'insegnamento della catechesi nel nostro tempo, e la Familiaris consortio (22 novembre 1981), sui compiti della famiglia cristiana in seno alla Chiesa e alla società. Non legate alla celebrazione del Sinodo sono le esortazioni apostoliche Redemptionis donum (25 marzo 1984), rivolta ai religiosi in occasione dell'anno santo straordinario, e Redemptoris custos (15 agosto 1989), sulla persona e l'opera di s. Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa.
L'ultimo gruppo di documenti solenni, le lettere apostoliche, può venir suddiviso secondo il tema trattato. Il nucleo più numeroso è quello occasionato da ricorrenze centenarie di diversi santi: Rutilans agmen (8 maggio 1979), all'episcopato polacco per il 9° centenario della morte di s. Stanislao vescovo; Patres Ecclesiae (2 gennaio 1980), all'episcopato cattolico per il 16° centenario della morte di s. Basilio il Grande; Amantissima Providentia (29 aprile 1980), alla Chiesa italiana per il 6° centenario della morte di s. Caterina da Siena, patrona principale d'Italia; Sanctorum altrix (11 luglio 1980), agli abati delle famiglie monastiche benedettine per il 15° centenario della nascita di s. Benedetto; Egregiae virtutis (30 dicembre 1980), per la proclamazione dei santi Cirillo e Metodio a compatroni dell'Europa; Radiabat velut (15 agosto 1982), ai ministri generali delle famiglie francescane per l'8° centenario della morte di s. Francesco; Convenistis (10 marzo 1985), al clero cecoslovacco per l'11° centenario della morte di s. Metodio; Augustinum Hipponensem (28 agosto 1987), nel 16° centenario della conversione di s. Agostino; Spiritus Domini (1 agosto 1986), per il 2° centenario della morte di s. Alfonso dei Liguori; Plurimum significans (29 giugno 1990), per il 14° centenario dell'elevazione di Gregorio Magno al pontificato; Schola caritatis (20 agosto 1990), per il 9° centenario di s. Bernardo; Maestro en la Fe (14 dicembre 1990), per il 4° centenario della morte di s. Giovanni della Croce.
Seguono le lettere concernenti alcune ricorrenze ecclesiastiche: Appropinquat iam (15 agosto 1980), per richiedere preghiere per il prossimo Sinodo dei Vescovi sulla famiglia; Die dominico Paschae (29 aprile 1984), per la chiusura dell'anno santo straordinario; Les grands myst'eres (1° maggio 1984) sul problema della pace nel Libano; A Concilio Constantinopolitano I (25 marzo 1981), per i centenari dei concili di Costantinopoli e di Efeso; Sescentesima anniversaria (5 giugno 1986), nel 6° centenario del Battesimo della Lituania; Duodecimum saeculum (4 dicembre 1987), per il 12° centenario del secondo Concilio di Nicea; Euntes in mundum (25 gennaio 1988), per il millesimo del Battesimo della Rus' di Kiev; Os caminhos do Evangelho (29 giugno 1990), ai religiosi dell'America latina, nel 5° centenario dell'evangelizzazione.
Ai sacerdoti sono rivolte, in forma più solenne, due delle consuete lettere del giovedì santo, giorno in cui la Chiesa ricorda l'istituzione dei sacramenti dell'Eucarestia e dell'Ordine sacro: Ritibus in sacris (31 marzo 1985); Ecce nunc (16 marzo 1986).
Quattro lettere sono dedicate a temi più strettamente dottrinali e/o pastorali: Dominicae Cenae (24 febbraio 1980), sul mistero e sul culto eucaristico; Salvifici doloris (11 febbraio 1984), sul significato del dolore umano alla luce della fede; Litterae encyclicae "Redemptoris Mater" (22 maggio 1988), alle persone consacrate nelle comunità religiose e negli istituti secolari, nel clima dell'anno mariano; Mulieris dignitatem (15 agosto 1988), sulla dignità e vocazione della donna nella Chiesa.
Per ricorrenze varie: lettera apostolica Redemptionis anno (20 aprile 1984) sulle condizioni della città di Gerusalemme e sul suo significato religioso; Hoc omine (31 marzo 1985), rivolta ai giovani, per l'anno internazionale della gioventù; Ecclesia Dei (2 luglio 1988), sulla vicenda che ha portato alla scomunica di mons. M. Lefebvre e sulla commissione incaricata di regolare la posizione dei suoi seguaci che non intendono seguirlo nel distacco della Chiesa; Vicesimus quintus annus (13 maggio 1989), per il 25° della costituzione liturgica conciliare; "Mi hai gettato nella fossa" (27 agosto 1989), per il 50° dell'inizio della Seconda guerra mondiale; Ancora una volta (26 settembre 1989), per la pace nel Libano; In questo tempo (1° ottobre 1989), per il centenario dell'Opera di San Pietro Apostolo.
Acta Apostolicae Sedis, alle rispettive annate e date; Insegnamenti di Paolo VI, vol. xiii, Città del Vaticano 1976, pp. 1380-1490; Insegnamenti di Giovanni Paolo II, voll. i-xii, ivi 1979-90.
Enciclopedia Italiana, VI Appendice, vol. I, 2000 - ENCICLICA (XIII, p. 944; App. II, i, p. 853; III, i, p. 549; IV, i, p. 691; V, ii, p. 104). - Dal giugno 1991 fino a tutto il 1999 sono state pubblicate quattro e., sei esortazioni apostoliche postsinodali, numerose lettere apostoliche e alcune costituzioni apostoliche.
L'e. Veritatis splendor (6 agosto 1993) affronta alcune questioni fondamentali dell'insegnamento morale della Chiesa, e a proposito di alcune tendenze della teologia morale odierna enuncia "i principi necessari per il discernimento di ciò che è contrario alla 'sana dottrina'", esaminando il rapporto tra verità e libertà, tra libertà e legge, tra coscienza e verità, tra fede e morale; la riaffermazione dell'universalità e immutabilità delle norme morali, basate sul rispetto dovuto alla dignità inviolabile della persona, è ritenuta decisiva anche per il rinnovamento della vita sociale, e viene inoltre ribadito che l'evangelizzazione "comporta anche l'annuncio e la proposta morale". L'e. Evangelium vitae (25 marzo 1995), indirizzata non solo ai cattolici ma anche "a tutte le persone di buona volontà", tratta del valore e dell'inviolabilità della vita umana, richiamandosi al concilio Vaticano ii e proponendo l'annuncio del "vangelo della vita" di fronte a ogni minaccia alla dignità e ai diritti dell'uomo, e in particolare di fronte a: omicidio, genocidio, aborto, eutanasia, suicidio e ogni forma di violenza, comprese la guerra e la pena di morte (quest'ultima considerata solo "in casi di assoluta necessità", che sono però definiti "ormai molto rari, se non addirittura inesistenti"). L'e. Ut unum sint (25 maggio 1995), di "indole essenzialmente pastorale", ripercorre le tappe principali del dialogo ecumenico intrapreso "in modo irreversibile" dalla Chiesa cattolica con il concilio Vaticano ii, ne sottolinea i molteplici risultati positivi e delinea le prospettive future; a questo proposito riconosce sia la difficoltà che il primato romano costituisce "per la maggior parte degli altri cristiani", sia la necessità di trovarne "una forma di esercizio" che, "pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova". L'e. Fides et ratio (14 settembre 1998), sui rapporti tra fede e ragione, nel contesto filosofico e culturale contemporaneo (valorizzato, ma considerato al tempo stesso lontano dalla verità) richiama e ribadisce l'insegnamento tradizionale della Chiesa, insistendo poi sull'importanza della filosofia in rapporto con la teologia e sottolineandone infine il valore e i limiti nei confronti della fede.
Le esortazioni apostoliche postsinodali (cioè successive ad assemblee del sinodo dei vescovi) sono: Pastores dabo vobis (25 marzo 1992, successiva all'ottava assemblea ordinaria del sinodo dei vescovi tenuta nel 1990), sui problemi della formazione dei sacerdoti, sulla natura e la missione del sacerdozio ministeriale, sulla vita spirituale dei presbiteri e la vocazione sacerdotale nella Chiesa; Ecclesia in Africa (14 settembre 1995, successiva all'assemblea speciale per l'Africa tenuta nel 1994 e firmata da Giovanni Paolo ii a Yaoundé), sulla missione evangelizzatrice della Chiesa nel continente africano; Vita consecrata (25 marzo 1996, successiva alla nona assemblea ordinaria tenuta nel 1994), sulla vita dei religiosi e sulla loro missione nella Chiesa e nel mondo; Une espérance nouvelle pour le Liban (10 maggio 1997, successiva all'assemblea speciale per il Libano tenuta nel 1995 e firmata dal Papa a Beirut), sulla situazione della Chiesa cattolica in Libano e sulla necessità del suo rinnovamento, in dialogo con le altre Chiese cristiane e con le comunità musulmane, nella coscienza dell'identità storica del paese; Ecclesia in America (22 gennaio 1999, successiva all'assemblea speciale per l'America tenuta nel 1997 e firmata da Giovanni Paolo ii a Città del Messico) sui problemi dell'evangelizzazione nelle diverse parti del continente americano; Ecclesia in Asia (6 novembre 1999, successiva all'assemblea speciale per l'Asia tenuta nel 1998 e firmata dal Papa a Nuova Delhi) sulla missione della Chiesa nel continente asiatico.
Tra le numerose lettere apostoliche bisogna almeno ricordare: Ordinatio sacerdotalis (22 maggio 1994), che nega "in modo definitivo" l'ammissione delle donne all'ordinazione ministeriale (decisa invece nel 1992 dalla Chiesa d'Inghilterra); Tertio millennio adveniente (10 novembre 1994), sulla preparazione del "grande giubileo dell'anno 2000" (v. giubileo, in questa Appendice); Ad tuendam fidem (18 maggio 1998), con la quale vengono inserite nel Codex iuris canonici del 1983 e nel Codex canonum ecclesiarum orientalium del 1990 alcune norme per imporre "il dovere di osservare le verità proposte in modo definitivo dal Magistero della Chiesa" (tra queste una Nota dottrinale della Congregazione per la dottrina del 29 giugno 1998 include, tra l'altro, le dottrine sull'ordinazione sacerdotale da riservarsi agli uomini e sull'illiceità dell'eutanasia); Apostolos suos (21 maggio 1998), sulla natura teologica e giuridica delle conferenze episcopali, che "esistono per aiutare i Vescovi e non per sostituirsi a essi" e le cui dichiarazioni dottrinali per costituire "un magistero autentico" ed essere pubblicate a nome delle conferenze episcopali stesse devono essere approvate all'unanimità oppure, se approvate da due terzi dei vescovi appartenenti a una conferenza, devono ottenere la revisione (recognitio) della sede apostolica, cioè di Roma; Dies Domini (31 maggio 1998), sulla santificazione della domenica presentata come "giorno di gioia, riposo e solidarietà" e festa "rivelatrice del senso del tempo".
Si segnalano infine tra le costituzioni apostoliche: Fidei depositum (11 ottobre 1992), per la pubblicazione del Catéchisme de l'Église catholique (del quale nel 1997 è stata poi pubblicata l'editio typica latina, con correzioni e miglioramenti rispetto all'originale francese), riconosciuto come "uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per l'insegnamento della fede"; Universi dominici gregis (22 febbraio 1996), con la quale è stato riformato il conclave; questo deve riunirsi all'interno del territorio vaticano al massimo entro venti giorni dalla morte del papa, e a esso possono prendere parte i cardinali (in numero massimo di centoventi) che non abbiano compiuto ottant'anni prima del giorno in cui si è resa vacante la sede apostolica; l'elezione deve avvenire solo attraverso lo scrutinio segreto e per l'elezione del papa sono richiesti i due terzi dei voti.
Acta Apostolicae Sedis, 1991-1999; Insegnamenti di Giovanni Paolo ii, voll. 12-19, Città del Vaticano 1991-99; Enchiridion Vaticanum, voll. 13-15, Bologna 1995-99.