Stato dell’Europa settentrionale; i confini hanno una lunghezza che raggiunge i 4400 km, di cui circa un terzo rappresentati da coste (a S Golfo di F.; a O Golfo di Botnia, entrambi dipendenze del Mare Baltico), mentre due terzi sono costituiti da confini terrestri (con la Svezia, la Norvegia e la Russia).
Nel territorio della F. affiorano alcune tra le rocce più antiche della Terra (paleozoiche e prepaleozoiche), le quali formano un antico rilievo demolito dagli agenti esogeni già in epoca antichissima e ricoperto poi da una potente massa glaciale. Le rocce arcaiche di base sono in prevalenza granitiche, di aspetto massiccio, di colore grigiastro. Non essendosi verificate, fino all’espansione dei ghiacciai quaternari, modificazioni notevoli, ed essendo la F. sempre rimasta emersa dal mare, non compare quasi traccia di terreni delle età medie. Numerose fratture, tuttavia, hanno avuto importanza nel determinare l’andamento idrografico. Le rocce antiche si presentano per lo più coperte dalla coltre dei materiali glaciali, specie morene, che hanno formato basse collinette ellittiche. Connessa con l’espansione glaciale è pure l’origine dei moltissimi laghi (oltre 55.000), i quali coprono quasi un decimo del territorio (specie nella piattaforma lacustre tra il 61° e il 64° parallelo). L’orografia risulta assai poco movimentata e tutta la parte meridionale è bassa (sotto i 200 m s.l.m.), pianeggiante, uniforme, mentre a N si ha qualche altura più elevata. Lo spartiacque tra Mare Glaciale Artico e Mare Baltico è formato da un dosso allungato, alto 600-700 m s.l.m. Connessa alla fase del ritiro dei ghiacciai è inoltre la deposizione di una morena terminale, che si presenta sotto forma di due cordoni, distanti tra loro 20 km e chiamati Salpausselkä: l’aspetto è quello di un vallo o dosso morenico, alto 70-80 m, formato da sabbie e ciottoli. Inoltre la deposizione di innumerevoli morene di fondo, che assumono la configurazione di cordoni allungati (detti harju; larghi pochi metri, lunghi decine e talvolta centinaia di km), per lo più ricoperti da alberi e percorsi da strade, ha spesso determinato la formazione di dossi asciutti tra un lago e l’altro o in zone paludose. I laghi hanno aspetto assai vario, per lo più di forma molto allungata, con numerose isole e profondità generalmente modesta.
Le coste della F. sono caratterizzate (specialmente a SO) da un gran numero di isolette (ca. 75.000), che rappresentano terre in via di emersione; la maggiore di queste isole ha un’estensione di 640 km2 e si trova nel gruppo delle Åland. Anche le coste vanno soggette a innalzamento e ciò ha riflessi economici, in quanto i porti devono essere spostati creando degli avamporti. I sistemi fluviali, a causa del ricoprimento glaciale e del sollevamento recente, presentano caratteri giovanili, con tratti pianeggianti congiunti per mezzo di tratti fortemente inclinati (detti koski), che non di rado formano rapide spesso sfruttate per ricavare energia elettrica; il fiume principale è il Kemijoki (544 km).
Il clima ha caratteri nordici. Da una parte la F. si trova al limite della massa continentale euro-asiatica, dall’altra risente i benefici influssi della Corrente del Golfo. Grandi differenze si notano tra le diverse stagioni dell’anno, in dipendenza dalla latitudine elevata. Il mese più freddo è gennaio (−4 °C nelle Åland; −10 °C nelle zone della F. interna; −15 °C in Lapponia); in luglio invece le medie sono più uniformi (15-16 °C). Quanto alle precipitazioni, non vi sono differenze sensibili: i 2/3 del paese ricevono 500-600 mm, con valori massimi in luglio e d’autunno. I caratteri del manto forestale si differenziano nettamente, nel territorio, in funzione delle condizioni climatiche. Solo le rive del Golfo di F. e le Åland presentano ancora molte latifoglie; la Lapponia è il regno desolato della tundra; la zona intermedia è dominio incontrastato delle aghifoglie, che formano una sconfinata foresta di pini e di abeti, interrotta solo dai laghi e da oasi di coltura. Esclusi i laghi circa il 72% del suolo è coperto da boschi. La fauna della F. presenta caratteristiche comuni alla fauna dell’Europa settentrionale e zoogeograficamente appartiene alla sottoregione nord-europea-siberiana della grande regione paleartica.
Le vicende demografiche originarie riguardarono, probabilmente, lo stanziamento di popolazioni ugro-finniche, intorno al 2000 a.C., nella regione posta tra i bacini del Volga e della Dvina e i contrafforti occidentali degli Urali. Nel corso dei diversi processi di diffusione di quei popoli, intorno ai primi secoli dell’era cristiana, alcuni gruppi si spostarono in direzione del Baltico e, sovrapponendosi a popolazioni indoeuropee, tra il 4° e il 10° sec., occuparono la F. provenendo dall’Estonia. Minoranze di Lapponi entrarono nella compagine etnica della popolazione, con comunità tuttora stanziate nell’estremo N del paese (0,1%). I principali centri abitati furono fondati dagli Svedesi, sia nel primo periodo di colonizzazione (Turku, Pori), sia nel periodo più fiorente della loro dominazione politica (1550-1650), quando gli intensi traffici richiesero la fondazione, lungo la costa, di luoghi di scambio (Oulu, Vaasa, Helsinki); a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, poi, l’industrializzazione ha determinato forti concentrazioni demografiche, dando luogo anche alla fondazione di nuovi centri (Kotka, Lahti). Le tradizionali forme insediative locali sono quasi esclusivamente legate alla vita rurale: ne consegue una tendenza, ancora oggi molto sentita (nonostante nel 2006 le statistiche ufficiali considerino il 61% della popolazione come urbana), all’insediamento sparso nelle campagne, caratterizzato da villaggi per lo più situati lungo i fiumi. La distribuzione della popolazione è irregolare: le regioni centro-meridionali, specie costiere, favorite dalle condizioni climatiche, presentano le densità più elevate, con un valore massimo nella provincia di Helsinki; all’estremo opposto, la Lapponia ha 2 ab. per km2, mentre nelle altre divisioni amministrative le densità sono comprese fra 7 e 35 ab. per km2.
Gli abitanti aderiscono in maggioranza alla Chiesa evangelica luterana di F. (protestanti 83,1%).
Fino alla Seconda guerra mondiale, la F. – contrariamente agli altri Stati scandinavi, dove l’industria si era già notevolmente affermata – era rimasta un paese quasi esclusivamente rurale. Al conflitto, poi, si legarono danneggiamenti gravissimi, soprattutto per la cessione forzata di una parte consistente (circa 12%) del territorio all’URSS, insieme al pagamento di forti indennizzi. Inoltre, le centinaia di migliaia di profughi dalle regioni passate ai Sovietici crearono seri problemi insediativi e occupazionali. Nel dopoguerra il paese ha rafforzato la sua struttura produttiva, senza tuttavia riuscire a diversificarla; ciò ha comportato una sensibile dipendenza sia dall’andamento dei mercati internazionali per i relativi prodotti, sia dall’importazione di una vasta gamma di beni di consumo e di materie prime, soprattutto energetiche. La delicata posizione geopolitica e la conseguente esigenza di equilibrare le relazioni economiche con Europa occidentale e orientale hanno determinato l’affermazione di un modello di sviluppo particolare, fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, ma regolato da un forte impegno statale nel coordinamento e nei servizi. Tale processo è sostenuto, all’interno del paese, da una elevata pressione fiscale. L’aumento dei costi energetici e la crescente concorrenza dei nuovi paesi industrializzati hanno presentato, per la F., caratteri peculiari legati all’alto livello di dipendenza dalle importazioni e alla concorrenza di paesi in grado di offrire sul mercato uguali prodotti, come la Svezia. All’interno dello stesso modello di sviluppo si è tuttavia resa possibile la ripresa della crescita economica del paese soprattutto attraverso diversificazioni nelle produzioni, sia quella cantieristica sia dei derivati del legno, e attraverso sgravi fiscali nei confronti dell’industria. Sensibili, peraltro, sono gli squilibri territoriali tra le regioni centro-settentrionali, più deboli, e quelle meridionali, dove limitate aree di concentrazione degli insediamenti fruiscono di una distribuzione ben più ampia delle risorse, con conseguenti difficoltà di una piena utilizzazione.
La F. è il paese europeo che presenta la più alta percentuale di superficie boscosa, il 72%, di cui metà è di privati, il 40% è dello Stato, il resto di grandi società, enti locali e comunità religiose. Della produzione annua del legno (circa 50 milioni di m3, nel 2006), buona parte è destinata alla lavorazione nelle segherie e alla produzione di carta; altra importante utilizzazione è quella per le necessità domestiche (specie riscaldamento), mentre l’esportazione allo stato grezzo incide nella misura del 10% circa. L’agricoltura (2,8% del PIL nel 2008), ostacolata dall’ambiente naturale, registra uno stato di progressiva crisi. I terreni utilizzati per colture e allevamento (compresi prati e pascoli) coprono quasi l’8% del territorio (con prevalenza nelle regioni meridionali e in quelle costiere del Golfo di Botnia); piccole oasi coltivate si sono potute creare anche nelle regioni più settentrionali. Il cereale più resistente è l’orzo, che matura in 3-4 mesi e si spinge fino a 68° lat. N nella Lapponia, dove consente una integrazione dell’economia forestale. L’allevamento consente una forte produzione di latticini che assume notevole valore nell’economia delle piccole aziende, spesso unite in cooperative. Il patrimonio zootecnico è composto in massima parte da bovini e suini; tipiche, nella Lapponia, le renne. Diffuso anche l’allevamento di animali da pelliccia (volpi azzurre e argentate). Notevole risorsa è offerta dalla pesca (aringhe, salmoni e trote). I giacimenti di minerali utili sono assai limitati: piriti ferrifere e cuprifere a Outokumpu, 75 km a ESE di Kuopio, dalle quali si estrae zolfo in discrete quantità; minerali di piombo a Orijärvi e modeste quantità di oro e argento; alcune miniere di ferro, come quelle di Pitkäranta (col vicino stabilimento metallurgico di Vartsilä) sono ora in territorio russo.
Il settore secondario è quello che ha maggiormente risentito del crollo dell’URSS e della decadenza dei trattati di cooperazione, in quanto tale evento ha obbligato l’economia finlandese a riconvertirsi per produrre beni adatti ad altri mercati, fra l’altro attraverso un ridimensionamento della siderurgia e in genere dell’industria pesante. Il ramo che più si distingue all’interno del settore manifatturiero è divenuto quello dell’elettronica e delle telecomunicazioni (in particolare la telefonia mobile), che ha raggiunto in brevissimo tempo un avanzato livello tecnologico. I maggiori impianti siderurgici, affiancati da cantieri navali con produzioni specializzate a servizio dell’industria petrolifera, sono a Pori, Turku, Inha, Tampere e Helsinki; notevoli anche le industrie chimiche e tessili. Altre attività riguardano la lavorazione del tabacco, dello zucchero, della gomma e del vetro. L’industrializzazione, nel suo complesso, è stata validamente sostenuta dall’intervento pubblico, sotto forma sia della costituzione di aziende direttamente operanti nel settore, sia di interventi di programmazione e finanziamento.
Il turismo è in crescita soprattutto in Lapponia (anche per gli sport invernali) e ha registrato 3.375.000 ingressi nel 2006.
L’assetto delle vie di comunicazione interne è caratterizzato da forti variazioni stagionali. Le strade (78.821 km nel 2008, dei quali 50.854 asfaltate) sono abbastanza sviluppate, anche se spesso mediocri sotto l’aspetto tecnico. La rete fluviale e lacuale si sviluppa per 7900 km: fra i numerosi canali navigabili (circa 20) il più importante è il Saimaa, che mette in collegamento il lago omonimo con il Golfo di F., attraversando in parte, a seguito di un accordo con l’URSS, il territorio ora russo. La rete ferroviaria (5741 km) è notevole in rapporto al numero degli abitanti, pur se scarsa rispetto all’estensione del territorio. I collegamenti marittimi hanno a disposizione numerosi porti ben attrezzati: Helsinki prevale per le importazioni, Kotka per le esportazioni di legname, cellulosa ecc.; Hanko e Turku sono accessibili anche d’inverno con l’ausilio dei rompighiaccio.
Gli aeroporti principali del paese sono quelli di Helsinki, Oulu, Vaasa e Turku.
Dall’inizio dell’era cristiana i Lapponi, primi abitanti del territorio, furono spinti verso N dalle popolazioni finniche che occuparono la regione tra il Golfo di Botnia e il Mar Bianco. Le tribù, chiamate Suomi, si organizzarono in una rete di fattorie, a lungo esposte alle azioni politico-militari di Svedesi e Russi. Dopo lo stanziamento nel 6° sec. di colonie di commercianti svedesi, a Erik IX il Santo, re di Svezia (1157 ca.) si attribuisce la paternità di una crociata in F., rafforzata dalla Chiesa nel 13° sec. per contrastare i Russi di Novgorod, impegnati a convertire la Carelia al cristianesimo ortodosso. Seguì la conquista politica del territorio: nel 1293 gli Svedesi costruirono un avamposto fortificato a Viborg (od. Viipuri), che i Russi consideravano proprio territorio; la pace di Pähkinälinna (1323) stabilì l’appartenenza svedese del confine orientale, dall’Istmo di Carelia al Golfo di Botnia. Nel 14° sec. furono introdotti diritto e amministrazione svedesi e dal 1362 la F. partecipò all’elezione del re. La colonizzazione formò una struttura sociale di carattere feudale, con un’organizzazione amministrativa, a capo della quale vi era un membro della famiglia reale insignito del titolo di duca di Finlandia. La Chiesa, rappresentata dal vescovo di Åbo (od. Turku) che aderì alla Riforma (1520), diede avvio, con la versione del Nuovo Testamento del vescovo Michele Agricola (1548), alla tradizione letteraria nazionale. Nel 16°-19° sec. si svilupparono vari conflitti sociali e dinastici che minarono la stabilità politica e il predominio svedese: dal 18° sec. i confini finnici si ridimensionarono in favore dei Russi; nacque il nazionalismo finlandese, e la guerra del 1788-90 rafforzò il movimento indipendentista.
La guerra napoleonica del 1808 si concluse con l’ammissione della F. come granducato all’Impero russo, pur con la concessione di una larga autonomia da parte dello zar Alessandro I (trattato di Hamina, 1809). La F. ebbe le terre cedute dalla Svezia nel 18° sec. e la capitale fu trasferita a Helsinki (1812); inoltre, mantenne la Costituzione (che era di fatto la Costituzione svedese del 1772, emendata nel 1789) e la dieta (formata da 4 Stati), procedendo nello sviluppo di un’organizzazione amministrativa a base nazionale che favorì la formazione di un’identità nazionale finlandese. L’opposizione alla politica di russificazione intrapresa dallo zar Alessandro III portò all’istituzione di un moderno Parlamento che divenne di fatto organismo di autogoverno nella prospettiva dell’indipendenza nazionale, proclamata unilateralmente nel 1917. Questa, riconosciuta dal governo sovietico, fu seguita da una violenta contrapposizione politica interna tra Bianchi e Rossi, rispettivamente sostenuti da Tedeschi e Sovietici, che sfociò in una sanguinosa guerra civile, terminata con la vittoria dei Bianchi nel 1918; nel 1919 fu proclamata la Costituzione repubblicana. Negli anni 1920 e 1930 la politica interna fu segnata da tensioni che videro l’affermazione di un forte movimento antidemocratico di destra e la messa fuori legge del Partito comunista; in politica estera, la F. seguì una linea di neutralità, intensificando i contatti con i paesi scandinavi.
Nella Seconda guerra mondiale la F., attaccata dall’URSS (1939), si alleò con la Germania e nel 1941 riuscì a occupare buona parte della Carelia; tutti i territori conquistati furono perduti successivamente e con la pace di Parigi (1947) la F. dovette cedere all’URSS il territorio di Petsamo, l’Istmo di Carelia, il territorio a N del Lago Ladoga e una fascia di territorio lungo il confine orientale. In politica interna, nell’immediato dopoguerra ebbero particolare risalto i problemi relativi alla ricostruzione e alla riconversione industriale, accentuati dalle forti spese per le riparazioni e dall’immigrazione di circa 300.000 abitanti provenienti dalla Carelia. In quegli anni furono frequenti le crisi politiche di una certa gravità anche a causa della scoperta di un tentativo di colpo di Stato (1948). Da allora si sono alternate al governo coalizioni di partiti, ora di centrodestra ora di centrosinistra, nella maggioranza dei casi comprendenti i due maggiori partiti – l’Unione agraria (dal 1965 Partito di centro) e il Partito socialdemocratico finlandese – ai quali si sono associati alternativamente la Lega democratica del popolo finnico e il Partito di coalizione nazionale. Le elezioni politiche dell'aprile 2015 hanno registrato la vittoria del centrista J. Sipila, che ha ricevuto il 21,2% dei suffragi, e 49 dei 200 seggi del Parlamento, contro il 18,2% (37 seggi) aggiudicatosi dal primo ministro uscente, il conservatore A. Stubb. Nel marzo 2019, a un mese dalle elezioni politiche, il premier ha rassegnato le dimissioni in ragione della mancata approvazione di un pacchetto di riforme sociali e sanitarie; le consultazioni, svoltesi ad aprile, hanno registrato l'affermazione di misura del Partito socialdemocratico di A. Rinne, che ha ottenuto il 17,7% contro il 17,5% aggiudicatosi dalla destra dei Veri Finlandesi. Il partito del premier designato Rinne si è comunque collocato come terza forza politica del Paese alle elezioni europee svoltesi nel maggio 2019, ricevendo il 14,7% delle preferenze contro il 20,7% aggiudicatosi dai conservatori del Partito di Coalizione Nazionale, seguiti dai Verdi (15,9%).
Assunta la carica di premier nel giugno successivo, nel dicembre 2019 Rinne - sfiduciato dagli alleati di governo - ha rassegnato le dimissioni, subentrandogli S. Marin.
Presidenti della Repubblica sono stati C.G.E. Mannerheim, J.K. Paasikivi, U.K. Kekkonen, M.H. Koivisto, M. Ahtisaari (premio Nobel per la pace nel 2008), T. Halonen (riconfermata nel 2006) e il conservatore S. Niinistö, che nel febbraio 2012 ha vinto il ballottaggio contro l'avversario P. Haavisto, ex ministro dell'Ambiente, ottenendo il 62,6% dei voti, ed è stato riconfermato al primo turno delle presidenziali tenutesi nel gennaio 2018 con il 62,7% dei suffragi, mentre nell'aprile dell'anno successivo le elezioni politiche sono state vinte di stretta misura dai socialdemocratici, che hanno ricevuto il 17,7% dei suffragi contro il 17,5% aggiudicatosi dal partito di destra Perussuomalaiset (SP, "Veri finlandesi"). Sul piano della politica internazionale, nel dopoguerra la F. seguì una linea di neutralità tra i blocchi, divenendo membro delle Nazioni Unite nel 1955 e associandosi nello stesso anno ai paesi scandinavi attraverso il Consiglio nordico, pur mantenendo stretti rapporti con l’URSS prima, con la Russia poi. Il processo di integrazione europea, peraltro sostenuto sia dai socialdemocratici sia dai centristi, ha avuto come esito la decisione del Parlamento, approvata da referendum, di entrare a far parte dell’Unione Europea a partire dal 1995 (nel 2002 è entrato in vigore l’euro). Nel maggio 2022, in un contesto geopolitico mondiale strutturalmente destabilizzato dal conflitto esploso a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, la Finlandia ha presentato richiesta formale di adesione alla NATO, in merito alla quale il mese successivo la Turchia - dopo aver siglato un memorandum di intesa sulle esportazioni di armi e la lotta al terrorismo - ha ritirato il veto posto all'ingresso del Paese e della Svezia, rinviando però nel gennaio 2023 a tempo indeterminato il dialogo trilaterale, sebbene la procedura di ratifica degli accordi da parte dei parlamenti dei Paesi membri fosse già stata avviata. Nel marzo 2023 il Parlamento finlandese ha approvato a larga maggioranza (con 184 voti a favore e 7 contrari) una legge che ha autorizzato l'ingresso anticipato nell'alleanza militare occidentale (aprile 2023). Le consultazioni politiche svoltesi nell'aprile 2023 hanno registrato un netto ridimensionamento dei consensi accordati al governo Marin, che ha ottenuto il 19,9% dei consensi (43 seggi), preceduta dai conservatori del Partito della coalizione nazionale (KOK) guidato dall’ex ministro delle Finanze P. Orpo, che si è aggiudicato il 20,7% dei voti e 48 seggi, e dalla destra degli SP guidata da R. Purra (20,1%, 46 seggi); nel giugno successivo Orpo ha assunto la carica di primo ministro del Paese.
Presidente del Consiglio dell'Unione Europea dal 1° luglio al 31 dicembre 2019, dall'aprile 2023 il Paese è membro della NATO.
Il 93,6% degli abitanti della F. parla finnico, il 6% svedese e lo 0,03% lappone. Il finnico o suomi appartiene al gruppo balto-finnico (comprendente fra l’altro il vepso, il voto, l’estone e il livone) del ramo ugro-finnico della famiglia uralica. Si articola in due gruppi di dialetti: occidentale e orientale; alla base della lingua letteraria sta la parlata del sud-ovest (zona di Turku) del gruppo dialettale occidentale. Già in tempi remoti è stato influenzato nel lessico dalle lingue limitrofe (prestiti antico-germanici e baltici), anzi a volte queste lingue hanno intaccato l’originaria morfosintassi.
In F. le prime manifestazioni per certi versi letterarie non sono né in finnico né in svedese ma in latino, e di tema religioso (Vita et miracula S. Henrici, Piae Cantiones) senza contare opere prettamente liturgiche come il Missale Aboense (1488). Il primo letterato noto però scrive già in svedese: è il monaco J. Budde o Roek (15° sec.), cui si deve il Jöns Buddes bok («Libro di J.B.»), contenente brani teologici, mistici e agiografici. E per tutta l’epoca cattolica saranno proprio i preti delle cattedrali di Åbo e Viborg e i monaci dei vari monasteri a dedicarsi alla diffusione della cultura letteraria. Un religioso fu pure il ‘padre della letteratura finnica’, il citato vescovo (luterano) di Åbo Michele Agricola (16° sec.), autore di un Abbecedario (Abckiria, 1542 circa), di un libro di preghiere (Rucouskiria, 1544) e di una versione del Nuovo Testamento (Se Wusi Testamenti, 1548).
Nella seconda metà del Cinquecento e nei due secoli successivi si alternano come lingue letterarie il finnico e lo svedese. E. Sorolainen compose in finnico Postilla (1621-25), con nozioni di teologia, scienze naturali, liturgia ecc.; H. Henrikinpoika tradusse le Piae Cantiones (1616); E. Petraeus scrisse la prima grammatica finnica (1649). Nel 1640 venne fondata, per iniziativa della regina Cristina di Svezia, l’Accademia (università) di Åbo. Notevole poeta in lingua svedese, pur se con un’unica poesia, si era intanto rivelato S.A. Forsius (16°-17° sec.); in seguito si fece notare J. Chronander, che con le sue commedie inaugura la drammaturgia in Finlandia. Accanto a lui merita di essere citato E. Justander o Juusti, il quale presentò nel 1650 il primo pezzo teatrale in finnico: Tuhlaajapoika («Il figliol prodigo»), andato perduto.
Fra i poeti di lingua svedese dell’inizio del 18° sec. si distingue J. Frese: sui tempi tristi in cui si trova a vivere vertono per es. Andelige och werldslige dikter («Versi spirituali e mondani», 1726). Dello stesso tenore è il ciclo in finnico Suru-Runot suomalaiset («Versi di lutto finlandesi», 1720) di G. Calamnius. Peraltro, anche sul piano teorico nel Settecento si produssero testi di rilievo, a opera di H. Florinus, D. Juslenius, C. Ganander. Ma la figura centrale del secolo fu H.G. Porthan, autore del trattato sulla poesia popolare De poësi fennica (1766-78), animatore della società Aurora e del primo giornale finlandese Tidningar utgifne af ett Sällskap i Åbo («Giornale edito da una Società di Åbo», 1771), al quale si affiancò nel 1775 il primo giornale in finnico Suomenkieliset Tieto-Sanomat («Notizie in lingua finnica») di A. Lizelius. Nella seconda metà del secolo operò una famiglia di poeti, gli Achrenius: Abraham e i nipoti Simon e Henrik, di cui il più dotato fu l’ultimo, elaboratore di versi (in finnico) dalla rima impeccabile. Più significativa però fu la poesia in svedese, rappresentata da personalità quali G.P. Creutz, autore del poemetto pastorale rococò Atis och Camilla («Atis e Camilla», 1761), e F.M. Franzén (18°-19° sec.), che scrisse liriche di intonazione preromantica.
L’annessione alla Russia nel 1809 rese impellente la ricerca di una identità nazionale. Questa si accompagnò al fiorire del movimento romantico, che ricevette impulso dai due centri di Turku e di Helsinki. Tra gli autori di lingua finnica del gruppo turkuense si ricordano P. Korhonen della schiera dei cosiddetti poeti contadini; J. Juteini o Judén, poeta moralizzante, drammaturgo e autore di novelle. Nel gruppo di Helsinki spiccano invece scrittori di primo piano: E. Lönnrot, scopritore e rapsodo dell’epos finnico Kalevala (➔); J.L. Runeberg, che pur scrivendo in svedese è considerato l’incarnazione dello spirito nazionale finlandese; J.W. Snellman, teorico del risorgimento culturale e politico finlandese, autore del saggio Läran om staten («La dottrina dello Stato», 1842), che contribuì alla maturazione di una coscienza nazionale.
La letteratura originale in finnico, se si prescinde dal Kalevala, stenta ad affermarsi prima del 1850, quando, per l’abolizione della censura, il finnico prese a poco a poco il sopravvento. L’artefice indiscusso dell’ascesa del finnico fu A. Kivi col romanzo capolavoro Seitsemän veljestä («I sette fratelli», 1870) e inoltre col dramma Kullervo (nome di un personaggio kalevaliano, 1864), la commedia Nummisuutarit («I calzolai della landa», 1864), il ciclo di versi Kanervala («Campo d’erica», 1866). Negli anni 1880 si diffondono anche in F. i dettami del realismo europeo. Animatrice riconosciuta ne fu M. Canth con i suoi drammi intessuti di critica sociale e le sue amare novelle. Più complessa la personalità di J. Aho, che iniziò la carriera di narratore nell’alveo del realismo (la raccolta di novelle Lastuja «Trucioli», 1° vol. 1891) per passare poi a un neoromanticismo nazionale (il romanzo storico Panu, 1897). Realisti furono ancora T. Pakkala e S. Ivalo. Alla fine dell’Ottocento, al realismo gradualmente subentrò il neoromanticismo nazionale, che in F. assume il nome di carelianismo. Partiti dal realismo arrivarono al neoromanticismo A. Järnefelt e gli svedofoni K. A. Tavaststjerna e M. Lybeck.
Agli inizi del Novecento predomina la personalità (in parte ancora neoromantica) di E. Leino, uno dei massimi poeti finlandesi (Tuonelan joutsen «Il cigno di Tuonela», 1896; Talviyö «Notte d’inverno», 1905). Dal lato degli svedofoni si mettono in luce A. Mörne, B. Gripenberg, E. Zilliacus. A Leino si richiamano gli autori della cosiddetta letteratura operaia del periodo successivo alla guerra civile finlandese (K. Uskela, K. Kaatra ecc.). O. Manninen, fedele per tutta la vita al simbolismo, fu un ottimo traduttore e un maestro di metrica e di rima (Säkeitä «Versi», 2 vol., 1905-10); simbolista, ma anche parnassiano fu V.A. Koskenniemi, pessimista ed elegiaco (Elegioja «Elegie», 1917). Accanto a Manninen e Koskenniemi si ricordano il narratore e poeta Larin-Kyösti (pseudonimo di K.G. Larsson), la poetessa L. Onerva (pseudonimo di H.O. Lehtinen), il lirico J. Siljo. Passivi e scettici di fronte agli avvenimenti pubblici furono G. Alm (pseudonimo di R. Malmberg), T. Janson, E. Grotenfelt e E.R. Schildt, il più ragguardevole prosatore svedofono del primo Novecento (Regnbågen «L’arcobaleno», novelle, 1916). Il neorealista maggiore è F.E. Sillanpää, premio Nobel per la letteratura nel 1939, autore dei romanzi Hurskas kurjuus («Santa miseria», 1919), Nuorena nukkunut («Addormentatasi giovane», 1931), Ihmiset suvijössä («Uomini nella notte estiva», 1934). La produzione dei modernisti svedofoni è commista di elementi simbolisti, futuristi ed espressionisti. È il caso dell’antesignana, la poetessa E.I. Södergran (Septemberlyran «La lira settembrina», 1918), e almeno in parte dei poeti G. Björling, E. Diktonius, H. Parland. Nel 1924 uscì a cura di alcuni giovani finnofoni il primo numero dell’almanacco Tulenkantajat («Portatori di fuoco»), che darà il nome alla corrente modernista espressionista finnica; a essa si aggregarono i poeti U. Kailas (Tuuli ja tähkä «Il vento e la spiga», 1922), K. Vala, K. Sarkia, Y. Jylhä. Un po’ in disparte da questi si tennero i lirici dotti A. Hellaakoski e P. Mustapää (pseudonimo di M. Haavio). Fra i prosatori della corrente Tulenkantajat si annoveranno T. Pekkanen (Tehtaan varjossa «All’ombra della fabbrica», 1932) e P. Haanpää. Come ‘portatore di fuoco’ esordì anche M.T. Waltari, divenuto poi universalmente celebre per i suoi romanzi storici (soprattutto Sinuhe, egyptiläinen «Sinuhe l’egiziano», 1945). Un sottogruppo speciale dei Tulenkantajat è costituito dai ‘carelomani’: U. Seppänen e gli svedofoni T. Colliander e G. Stenius; epigoni ne furono gli aderenti al circolo Kiila («Cuneo»), costituito nel 1936 da intellettuali di sinistra, quali i poeti A. Turtiainen ed E. Sinervo, anche prosatrice.
Dalla Seconda guerra mondiale e specialmente dal dopoguerra dominano tendenze nate nel segno del nuovo e del diverso; nella poesia lascia la sua impronta l’avanguardia o modernismo lirico, nella prosa si afferma un realismo populista, a volte di orientamento marxista, che finisce poi spesso nell’antiidealismo. Lo sconforto e il pessimismo generati dalla guerra si rispecchiano nelle liriche di A. Tynni e nei romanzi psicologici di O. Parland. Metodo psicologico e problemi etici si riscontrano nei romanzi di A. Bondestam ed E. Pennanen, di J. Korpela e L.V. Viita. Dalla Svezia arriva un’ondata di nuovo modernismo a tinta spesso anglosassone: ne sono seguaci in poesia E.-L. Manner, E. Kivikkabo, A. Meriluoto tra le donne; tra gli uomini il capofila è P.J. Haavikko, cui si accosta, in svedese, B. Carpelan. La prosa s’incammina verso un realismo dallo stile oggettivo, stringato; il romanzo psicologico scompare. V.V. Linna si richiama al romanzo operaio e populista; E. Joenpelto pratica un realismo moderato; V.V.V. Meri si ispira a un modernismo di tipo sperimentale; e con altre varianti adottano criteri modernisti P. Holappa, P. Rintala e A. Hyry.
La letteratura degli ultimi decenni del Novecento è caratterizzabile forse con una sola espressione: eclettismo radicale. Tra i protagonisti vanno ricordati: l’enfant terrible della poesia politica P.I. Saarikoski, il progressista M. Rossi e tra gli svedofoni C. Andersson. Tendenze più o meno innovatrici si riscontrano poi in H. Mäkelä, J. Laine, A. Melleri. Nella prosa sono ora dissacranti ora ‘critici costruttivi’ H. Salama, D. Katz, T.K. Mukka, A. Tuuri, T. Kaila, e gli svedofoni H. Tikkanen, sua moglie M. Tikkanen, J. Donner, J. Bargum. Dagli anni 1980, il poeta principale rimane il citato Haavikko, mentre nella narrativa sono individuabili alcune tematiche fondamentali: la questione operaia; la rivisitazione della campagna; la crisi della borghesia e i rapporti generazionali. A parte troviamo i satirici E. Paasilinna e suo fratello A. Paasilinna, uno dei più affermati scrittori finlandesi, autore del romanzo umoristico-ecologico Jäniksen vuosi (1975; trad. it. L’anno della lepre, 1994), nonché di Ukkosenjumalau pioka (1984; trad. it. Il figlio del dio del tuono, 1998). Uno spirito individualistico, accompagnato a un senso di disadattamento, al dubbio sull’essenza della realtà e sulla natura dell’arte trapela dalla produzione poetica di K. Simonsuuri, K. Hotakainen e S. Salminiitty in lingua finnica, di G. Ågren e di M. Enckell in lingua svedese. Nella prosa si è affermata la narrativa breve con L. Krohn, J. Skiftesvik, K. Westö, quest’ultimo di lingua svedese, ma soprattutto con R. Liksom, autrice dal linguaggio scarno, distaccato. Cresce inoltre il numero degli scrittori che mescolano l’opera d’invenzione al saggio: un tipico rappresentante di questa tendenza è M. Mäkelä e, tra gli scrittori di lingua svedese, M. Mazzarella. Negli anni 1990 i più interessanti esperimenti poetici appartengono al gruppo della rivista Nuori voima («Forza nuova»), che, nata agli inizi del 20° sec., è stata rifondata nel 1991 con lo scopo di europeizzare la letteratura nazionale, anche attraverso un intenso programma di traduzioni.
Solo tra 12° e 13° sec. si sviluppò un’arte nazionale, d’impronta rude e severa (castelli fortificati di Turku e di Viipuri). Le chiese medievali, per lo più di stile romanico-gotico, hanno in genere carattere rustico e struttura massiccia; il duomo di Turku, del 13° sec., si avvicina a esempi gotici tedeschi e francesi. A pittori nazionali e svedesi si devono monumentali affreschi decorativi di questi edifici, mentre le sculture sono in gran parte importate (dalla Svezia, da Anversa, da Lubecca). La Riforma interruppe lo sviluppo di un’arte finlandese, eliminando il mecenatismo della Chiesa, ancora in assenza di quello dell’aristocrazia. Nel 17° sec. sorsero numerosi grandi castelli, mentre cominciarono a rifiorire la scultura (soprattutto funeraria) e la pittura decorativa sacra, d’indirizzo popolare, che ebbe il suo centro nella Botnia orientale. Grande importanza ebbe la fondazione (1846) dell’Associazione artistica finlandese, per iniziativa della quale sorsero le prime scuole d’arte e il primo museo, l’Ateneum di Helsinki. Nella prima metà del 19° sec. un rinnovamento nell’attività architettonica si ebbe con il neoclassico J.K.L. Engel, autore del piano regolatore di Helsinki.
Dopo l’eclettismo di fine 19° sec., si affermarono, ai primi del 20°, correnti romantico-nazionali, ispirate all’architettura medievale, che in parte sottrassero la F. all’influenza dello stile floreale, ma offrirono soluzioni spaziali moderne e non convenzionali. Gli architetti H. Gesellius, A. Lindgren ed Eliel Saarinen ne furono i protagonisti (casa costruita con tronchi d’albero a Hvitträsk, 1902), insieme a L. Sonck (cattedrale di Tampere, 1902-07). Allo stile floreale aderirono comunque S. Lindquist, O. Tarjanne, U. Nyström. Il vero razionalismo ebbe inizio con S. Frosterus, allievo di H.C. van de Velde, e G. Strengell. Notevolissimo il piano di decentramento di Helsinki di Saarinen (1918). Seguì una reazione classicista (parlamento di Helsinki, 1931, di J.S. Siren). Alla fine del secondo ventennio, l’opera di A. Aalto e di E. Bryggman (esposizioni di Turku, di Stoccolma), di E. Huttunen e di Y. Lindegren segnò l’affermarsi dell’architettura razionalista. Aalto divenne da allora la personalità dominante, che si impose al di là dei confini nazionali. Nella generale assimilazione della fondamentale lezione di Aalto, la pratica architettonica rimase di un costante alto livello ma con una riconoscibile tendenza verso un nuovo ‘Romanticismo nazionale’. Tra gli architetti maggiori del periodo vanno ricordati A. Ervi, K. e H. Sirén, J. Järvi, V.G. Revell, R. Pietila, A. Rúusuvuori e T. Pentilä. Dagli anni 1990 J. Leiviskä è stato il principale continuatore dell’architettura finlandese di matrice organico-espressionista. Accanto alla scuola facente capo agli insegnamenti di Aalto, si è affermata nel corso degli anni 1980 e 1990 una generazione di architetti che ha elaborato un linguaggio allineato con le principali tendenze internazionali: tra questi M. Heikkinen e M. Komonen hanno raggiunto fama internazionale con un’architettura ispirata all’industria, alla land art e all’arte concettuale. Tra gli altri, si ricordano P. Helin e T. Siitonen, R. Mahlamäki, A. Berger e T. Parkkinen.
Verso la fine del 19° sec. il movimento nazionale romantico ebbe influenza anche su molti pittori, tra cui il più significativo fu A. Gallén-Kallela. Legati al simbolismo furono K.M. Enckell, H. Simberg, J.V. Rissanen. Con il gruppo Septem, che espose la prima volta nel 1912 e che ebbe tra i suoi membri Enckell, Rissanen, E. Thesleff, H. Schjerfbeck, la ricerca pittorica fu influenzata dal postimpressionismo, premessa all’apertura verso nuove espressioni pittoriche e alla formazione del Gruppo di Novembre (1917) con T. Sallinen, G. Collin, F.A. Cawén, K. Ekelund, esponenti dell’espressionismo finnico. Tra le due guerre, le prime esperienze nell’ambito dell’arte astratta furono rappresentate da P. Linden e B.J. Carlstedt; verso la fine degli anni 1930 O. Makila fu tra i maggiori esponenti del surrealismo. Nel campo della scultura la personalità più rilevante fu quella di W. Aaltonen. Dal secondo dopoguerra fino agli anni 1960 l’arte finlandese ha proseguito le esperienze proposte nel Gruppo di Ottobre, formato nel 1933 ma attivo soprattutto negli anni 1940 e 1950. A. Kanerva, uno dei suoi esponenti più rappresentativi, ha esercitato infatti una decisiva influenza sui pittori più giovani, soprattutto attraverso i suoi paesaggi legati alla linea espressionista della pittura di Sallinen e del vecchio Gruppo di Novembre. Parallelamente, dagli anni 1950 si è sviluppata una tendenza costruttivista con il gruppo Prisma (1955), fondato da S. Vanni, ma che ha accolto personalità come V. Pusa e il veterano K. Ekelund, e una tendenza astratta dalle forme più libere, morbide e sentimentali, come nella pittura di E. Granfelt, P. Stenius e A. Lucander. All’inizio degli anni 1960 l’interesse sulle possibilità offerte dall’adozione di nuovi materiali e nuove tecniche è rappresentato da S. Hannula e L. Pullinen. La maturazione e il superamento dell’esperienza informale ha condotto artisti come K. Kaivanto a una rigorosa ricerca spaziale; A. Lavonen ad approfondire la problematica compositiva e spaziale in sculture di geometrica semplicità e in dipinti materico-informali arricchiti da una ricerca di ritmi cinetici. Il legame con l’antica tradizione artigianale è documentato dalle opere lignee di M. Hartman, dalle grandi sculture astratte in granito nero di H. Kivijarvi, dalle grandi composizioni di ambienti di O. Lanu. Notevole il contributo dato nel campo del design da T. Sarpaneva e T. Wirkkala, autori anche di opere di scultura.
Nella pluralità di linguaggi espressivi tipica degli ultimi decenni del 20° sec., la ricerca artistica in F. ha mantenuto costante l’interesse per la natura, la cura dei materiali (legno, granito), il legame con la tradizione fiabesca e con quella modernista, quest’ultima particolarmente evidente nella scultura monumentale. Il consueto impegno nelle commesse pubbliche ha permesso la realizzazione di opere monumentali di notevoli scultori, quali E. Ruutsalo, R. Utrianen e K. Tapper, tra i più interessanti artisti finlandesi; i più giovani M. Peltokangas e M. Aiha. K. Kaivanto, dopo un periodo in cui l’impegno ecologico e antibellico ha trovato forme vicine al nouveau réalisme, è tornato a una figuratività commista a elementi di pura pittoricità. Tra gli altri, H. Väisänen, che ha illustrato l’edizione di Kalevala per il 150° anniversario della pubblicazione (1999); K. Cavén, pittore che poi si è volto alla tridimensionalità, coniugando materiali di recupero con elementi legati alla memoria personale o collettiva; B. Aho, con installazioni, performances e video che affrontano il tema della comunicazione. Tra le artiste, affermatesi dagli anni 1980: K. Kaikkonen, nota per le sue installazioni con materiali riciclati; N. Roos, autrice di luminosi e aerei dipinti su plexiglas; E.-L. Ahtila, autrice di video e videoinstallazioni; H. Hiltunen, con opere che combinano pittura e fotografia; H. Hietanen, con installazioni nelle quali tecniche e materiali dell’artigianato tradizionale si associano a moderne tecnologie (fibre ottiche, proiettori, legno, vetro, acciaio ecc.).
Le più antiche musiche popolari finlandesi a noi note consistono in canti e libere improvvisazioni, con melodie d’ambito molto ristretto, delle regioni dell’Ingria e del Nord della Carelia. Un gruppo a parte formano le melodie ‘spirituali’, ora semplici varianti di canti liturgici della Chiesa cattolico-romana, ora creazioni indipendenti. Prima edizione a stampa le Piae Cantiones (1582) risalenti al 14°-15° secolo. Fra gli antichi strumenti figurano il sarvi (corno di capro); paimentorvi (tromba di scorza di betulla); pajupilli (flauto di scorza di salice); luikko (strumento a fiato di legno e scorza di betulla).
Il periodo più fiorente della musica d’arte cominciò verso la fine del 18° sec., avendo come centro principale Turku, dove sorsero enti concertistici come la Società Aurora (1773) la Società musicale (1790). Tra i musicisti più noti: il clarinettista B.H. Crusell; F. Pacius, fondatore della musica nazionale e autore dell’inno nazionale e di varie opere; un gruppo di compositori spesso influenzati dalle tendenze germaniche (K. Collan, K.G. Wasenius, P. von Schantz, K. Greve, G. Linsen). Nuovo impulso alla cultura musicale della F. venne da R. Faltin e dalla sua Società corale; ma si deve a M. Wegelius la fondazione della scuola musicale di Helsinki, oggi Accademia Sibelius, dove da lui furono chiamati insegnanti quali F.B. Busoni, K. Halvorsen ecc. Un’importante orchestra stabile (1882) e una società corale furono anche fondate da R. Kajanus. Celebre in tutto il mondo per i suoi lavori sinfonici è il compositore J. Sibelius. Alcuni musicisti coevi sono stati direttamente influenzati dalla sua musica, come I.A. Madetoja, compositore sinfonico, o T. Kuula, noto per i Lieder, mentre altri se ne distaccano per seguire il linguaggio musicale di altri paesi europei. Nel periodo tra le due guerre mondiali abbiamo compositori come A. Merikanto, vicino all’espressionismo e alla dodecafonia, U.K. Klami, nell’orbita del neoclassicismo di M. Ravel e C.-A. Debussy, E. Englund che si ricollega a I. Stravinskij, B. Bartók e D.D. Šostakovič. Nell’immediato dopoguerra, con T. Kokkonen, A. Sallinen e E. Rautavaara si ha una maturazione della scuola compositiva finlandese. Nei decenni successivi si impone l’avanguardia sperimentale (P. Heininen, K. Aho, L. Segerstam, P.H. Nordgren, M. Lindberg), cui contrasta in seguito una ricerca di ‘restaurazione’ tonale neoclassica. Molto praticato è il canto corale e la F. vanta anche celebri cantanti come M. Talvela, K. Nurmela, M. Salminen e J. Hynninen. Numerose sono inoltre le orchestre, le scuole musicali e i festival, come quello autunnale di Helsinki e quello estivo operistico di Savolinna.
Vasto e profondo golfo (lunghezza max 400 km circa, larghezza max 130 km) nel Mare Baltico, fra la costa settentrionale dell’Estonia e la costa meridionale della Finlandia. Le profondità non sono rilevanti; la massima non sorpassa i 100 m. Sulla costa settentrionale i principali porti sono: Kotka, Helsinki, San Pietroburgo, Tallinn e la base navale di Paldiski.